Continua ad aggravarsi lo stato di contaminazione della nostra acqua a causa dei pesticidi che, sia per quantità che per qualità, sono in costante aumento nei bacini idrici superficiali e sotterranei. Infatti, se nel biennio 2007-2008 ne sono stati individuati 118 tipi diversi , nel 2010 si arriva ad un totale di 166 campioni di pesticidi che hanno lasciato residui chimici nel 55,1% nei 1.297 punti di campionamento delle acque superficiali e nel 28,2% dei 2.324 punti di quelle sotterranee. È questa la situazione descritta dall’ Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) nel Rapporto nazionale Pesticidi nelle Acque 2013, realizzato dall’ istituto sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. Da quanto emerge, la maggior parte dei residui derivano dai prodotti fitosanitari usati in agricoltura. Il termine “pesticida” è più generico dell’espressione “fitofarmaco” poiché ingloba oltre ai prodotti destinati alla protezione delle piante, anche i prodotti ad uso veterinario destinati a proteggere gli animali domestici. Possono essere semplici sostanze inorganiche come zolfo, cloro, arsina, arsenicato di rame, bromuro di potassio, oppure composti organometallici, o composti organici volatili come il tetracloruro di carbonio, il bromuro di metile, il naftalene, o composti organici semivolatili come pentaclorofenolo, diazinone, o, infine composti organici non volatili. In ogni caso, ben il 95% tra insetticidi, fungicidi, erbicidi, ratticidi, larvicidi, repellenti e disinfettanti trova utilizzo in agricoltura. La restante percentuale riguarda i pesticidi per uso non agricolo, impiegati in molte altre attività. Risulta comunque preoccupante la diffusione decisamente ampia della contaminazione, anche se il rapporto spesso indica livelli di concentrazione molto bassi. Comunque nel 34,4% dei punti delle acque superficiali e nel 12,3% dei punti di quelle sotterranee, i livelli misurati risultano superiori ai limiti delle acque potabili. E ben il 13,2% dei punti delle acque superficiali e il 7,9% di quelli delle acque sotterranee hanno concentrazioni superiori al limite di qualità ambientale basato sulla tossicità delle sostanze per gli organismi acquatici.
L’Ispra specifica che le analisi “presentano fino a 23 sostanze diverse in solo campione: a causa dell’assenza di dati sperimentali sugli effetti combinati delle miscele e di adeguate metodologie di valutazione, esiste la possibilità che il rischio derivante dall’esposizione ai pesticidi sia attualmente sottostimato e si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi”. “Quella che stiamo attraversando è una fase ancora transitoria in cui l’entità e la diffusione dell’inquinamento da pesticidi non sono sufficientemente note tenendo conto, ovviamente, che il fenomeno è sempre in evoluzione per l’immissione sul mercato di nuove sostanze”.
Al momento la contaminazione è maggiormente diffusa nella Pianura Padano-Veneta.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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