L’abete vi fa venire gli occhi rossi, qualche accenno di starnuto, e vi fa correre a prendere un fazzoletto per tamponare il naso? Forse è la commozione per la festività che ricorre ogni anno, l’unica che prescrive il rituale della famiglia riunita per l’occasione. Ma più probabilmente è il caso di pensare ad una forma di allergia. In questo caso, allergia all’abete. Ad avvertirci è una ricerca della Upstate Medical University pubblicata su Annals of Allergy, Asthma and Immunology.
I ricercatori sono partiti da un dato preciso: l’aumento dei sintomi allergici durante le feste natalizie. Esaminando alcuni abeti di Natale in tutte le loro parti, compresi aghi e parti di corteccia, hanno scoperto che sono il terreno ideale per 53 tipi diversi di muffe, responsabili di una serie di sintomi facilmente scambiabili per un’influenza: prurito al naso, eccesso di muco, tosse, lacrimazione oculare, difficoltà di respirazione, dolori al torace, insonnia e senso di spossatezza. I sintomi sono invece spesso attribuibili alla proliferazione delle muffe negli ambienti riscaldati delle case in inverno, che a lungo termine possono provocare problemi ai polmoni e condizioni anche gravi come bronchiti e polmoniti.
Insomma, quello che si dice sia stato uno degli alberi dell’Eden, la pianta che secondo la tradizione ebbe da Gesù il dono di rimanere sempreverde come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito dai nemici, che la tradizione vuole per le festivitòà natalizie nelle piazze, nelle vetrine dei negozi, negli uffici, nelle case, è diventato anch’esso un nostro nemico. O forse siamo noi ad essere sempre più aggredibili da fattori esterni che le nostre a volte scarse difese immunitarie non riescono a cpntrastare.
Questa sorta di ‘sindrome dell’albero di Natale’ può essere combattuta facendo innaffiare l’abete da chi non è allergico prima di metterlo a dimora in luogo chiuso (ciò aiuta a tenere lontani muffe e batteri) tenendolo in caso non più di due settimane per ridurre al minimo i rischi e utilizzare uno strumento per la purificazione dell’aria.
Attenzione comunque anche agli alberi finti: non sono infatti meno pericolosi in quanto da un anno all’altro, anche se riposti nella loro scatola, possono accumulare polveri che se non opportunamente rimosse diventano causa anch’esse di allergie.
L’albero della festa è pronto, decorato con luci e addobbi di ogni genere. Inizialmente vi si appendevano mele, noci, datteri e fiori di carta (pare abbia fatto la sua prima comparizione in piazza, a Tallinn, Estonia, nel 1441). Nasce come usanza pagana, poi nel ‘900 è accettato dai cattolici ed ora è possibile ammirarlo anche nelle chiese, accanto al presepe.
L’abete si dice sia stato uno degli alberi dell’Eden, la pianta che secondo la tradizione ebbe da Gesù il dono di rimanere sempreverde come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito dai nemici. Oggi la tradizione lo vuole nelle piazze, nelle vetrine dei negozi, negli uffici, nelle case. Ciò non toglie che proprio l’albero di Natale possa essere causa di reazioni allergiche come, appunto, starnuti, occhi rossi e difficoltà respiratorie.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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