Curare il Pianeta senza rinunce si può. Non più costrizione e lunghi elenchi di azioni da evitare o da eseguire, spinti dalla paura di evitare una catastrofe ambientale. A guidare una svolta nel nostro modo di approcciare il problema dell’inquinamento ambientale dovrebbero piuttosto essere ottimismo e positività.
Il cambiamento climatico, l’inquinamento (“che uccide 200 volte più delle guerre”), la sicurezza alimentare, la mobilità: sono sicuramente temi che vanno affrontati con urgenza ma “per scappare bisogna sapere dove andare” ed è proprio qui che nasce il problema. Secondo Antonio Cianciullo, autore del libro ‘Ecologia del desiderio. Curare il pianeta senza rinunce’, “alcuni ambientalisti nella descrizione delle loro proposte insistono su una lunga lista di divieti, rinunce, sacrifici e dimenticano di mostrare la capacità seduttiva di un progetto durevole di economia circolare che può dare speranza immediata restituendo equilibrio ai territori, intervenendo sugli aspetti geopolitici, riallineando ragioni ambientali e ragioni sociali”.
L’inquinamento costituisce a una minaccia concreta alla vita di tutti i giorni, attraverso il cambiamento climatico e le polveri sottili. Eppure, un modo diverso di produrre e di vivere più compatibile con l’ambiente fa fatica ad affermarsi. “Finché gli ecologisti continueranno a vendere solo paura – spiega Cianciullo, che segue da oltre 25 anni i temi ambientali per conto de La Repubblica – falliranno nel loro intento anche perché la paura è merce inflazionata: dal terrorismo ai flussi migratori la concorrenza non manca”, e “oltre un certo livello viene rimossa, si fa finta di niente”. Affinché i comportamenti diano buoni risultati dovrebbero piuttosto essere “motivati da ottimismo e desiderio di benessere”. Tutto questo è l’ecologia del desiderio, contrapposta a quella dei doveri.
Come fare quindi? La conclusione è che serve una “sfida a colpi di marketing”. L’ambientalismo ha dalla sua parte verità scientifiche ma “non parla alla pancia”. Ha bisogno “di un marketing vincente, da contrapporre a quello dei venditori di gas serra”. Ben venga quindi la “costruzione di un immaginario positivo ma realistico” con “libri, romanzi, poesie e serie tv che raccontano luoghi in cui la qualità della vita migliora”, “nel rispetto dei limiti della fisica”. Ovvero che mostrino come la svolta ecologista “sia possibile e conveniente, da attuare ora e non in un futuro lontano”. Un punto di vista condiviso con l’editore del libro Massimo Mercati. “La comunità culturale, attraverso libri, film, spettacoli e testi teatrali, – commenta Mercati – dovrebbe mostrare più interesse per l’ecologia, tema-principe della nostra epoca. Con la pubblicazione di questo libro, abbiamo voluto dare il nostro contributo”.
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