Gianfranco Fini, indagato ad aprile per riciclaggio, non solo era coinvolto ma decideva anche come riciclare il denaro guadagnato illecitamente dalla presunta associazione a delinquere formata da sua moglie Elisabetta Tulliani, suo cognato Giancarlo, suo suocero Sergio e dal re delle slot Francesco Corallo, già raggiunti a febbraio da un’ordinanza della Guardia di Finanza che stabiliva il sequestro per 5 milioni di euro di beni di famiglia.
Questa l’ipotesi della procura, secondo la quale sarebbe stato proprio Fini, ad esempio, a decidere di “investire” i soldi nascosti allo Stato attraverso un complicato gioco di riciclaggio finanziario (conti in paradisi fiscali e società offshore) nell’ormai famosa casa di Montecarlo, l’immobile di proprietà di Alleanza nazionale e poi, secondo la Procura, affittata tramite contratto d’affitto proprio al cognato di Fini, Giancarlo Tulliani.
Tutto questo avveniva nell’agosto del 2010. Ma le indagini della procura capitolina sono continuate e si sono concentrate sul giro di affari internazionali di Corallo e dei suoi collaboratori, portando all’arresto dell’imprenditore catanese nel 2016, fermato dalla polizia olandese sull’isola caraibica di Saint Marteen. A quel punto sono emersi i contatti tra Corallo e la famiglia Fini; contatti che, sempre secondo i pm, altro non sono che il frutto di un meccanismo ben oliato di frode fiscale da milioni di euro, portato avanti da un’associazione a delinquere che operava a livello internazionale, con profitti che ad oltre 250 milioni di euro.
Questa volta, a gettare benzina sul fuoco è il sequestro di due polizze assicurative intestate alle figlie dell’ex presidente della Camera sulla base di queste nuove indagini, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha emesso il decreto di sequestro preventivo eseguito nei suoi confronti: due polizze dal valore di riscatto di 495 mila euro l’una.
A confermare l’ipotesi della Procura vi sarebbero le dichiarazioni di l’ex parlamentare del Pdl Amedeo Laboccetta, denunciato per calunnia da Fini e arrestato insieme a Corallo e ad altre quattro persone per peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L’ex leader di An, ieri come oggi, si è subito dichiarato estraneo ai fatti ma la Procura di Roma, che a febbraio di quest’anno gli aveva concesso quantomeno il beneficio del dubbio, stavolta non sembra disposta a credere alle sue dichiarazioni di “estraneità”.
“Fini, negando tutte le contestazioni mosse ritiene che il suo coinvolgimento sia frutto della dichiarazioni false di Amedeo Laboccetta e delle millanterie di Giancarlo Tulliani nei confronti suoi e della sorella Elisabetta per accreditarsi con Francesco Corallo. Ebbene – ha affermato giudice per le indagini preliminari Simonetta D’Alessandro – si tratta di una negatoria del tutto inverosimile”.
A sette anni dallo scandalo che di fatto ha segnato la fine politica dell’ex leader di An, l’ordinanza di sequestro stabilisce infatti che “l’appartamento [immobile di Montecarlo n.d.r.] è stato ceduto da Alleanza Nazionale alle società offshore Printemps e Timara, riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani”.
Questo “negozio giuridico, realizzato alle condizioni concordate con Francesco Corallo ed i Tulliani, è stato deciso da Gianfranco Fini nella piena consapevolezza di tali condizioni – continua il testo – ed Elisabetta Tulliani- al pari del marito, presidente del partito che vendeva l’immobile alla società del cognato – era ben a conoscenza degli esatti termini dell’affare, sin dalla prima vendita da Alleanza Nazionale alla Printemps“, si legge nell’ordinanza.
Proprio sulla base di queste nuove indagini, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha emesso, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, il decreto di sequestro preventivo eseguito nei suoi confronti: due polizze dal valore di riscatto di 495 mila euro l’una, intestate però alle figlie di Fini.
Il provvedimento di sequestro non è diretto in prima persona nei confronti di Gianfranco Fini – spiegano gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno, difensori dell’ex ministro – sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell’incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani”. Il provvedimento di sequestro, chiesto ed ottenuto dal pm Barbara Sargenti, sarà “impugnato al Tribunale del Riesame, davanti al quale verrà riaffermata l’assoluta estraneità dell’onorevole Fini ai fatti che gli sono contestati”, aggiungono i legali.
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