Aquila, 6 aprile 2009, ore 3:32. Una violenta scossa di magnitudo 6,3, percepita in modo preoccupante fino a Roma, distruggeva il centro del capoluogo abruzzese lasciando dietro di sé 309 vittime, circa 1600 feriti e un numero elevatissimo di sfollati, circa 65.000.
La città ha voluto ricordare ieri notte quel terribile momento di otto anni fa e commemorare i propri morti con una fiaccolata alla quale hanno preso parte anche gruppi di terremotati di Amatrice, Accumoli e Arquata. Seimila persone in corteo sono arrivate sino in piazza Duomo dove poco dopo la mezzanotte è iniziata la lettura dei nomi delle vittime: 309, esattamente come i rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, tornata a suonare da pochi mesi nell’ambito dei lavori di ricostruzione cofinanziati dalla Francia e ormai quasi terminati.
L’immagine dell’Aquila e del suo circondario a otto anni da quella notte ha diverse luci ma altrettante ombre: la ricostruzione privata, quella cioè degli appalti affidati direttamente dai cittadini, è a buon punto, segna il passo quella pubblica, mentre i segnali di ripresa economica e sociale sono ancora insufficienti. Le stime fatte dall’ ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra) e dall’ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc), in funzione dal 2013, come alcuni numeri, fanno pensare positivo: il completamento nel comune dell’Aquila di centro storico e frazioni più importanti, è prevista per il 2020, quella dell’intero territorio comunale nel 2022, nei 56 comuni del cratere entro il 2025. All’Aquila, lo stato di avanzamento dei lavori rispetto al totale dell’importo richiesto, circa 10 miliardi di euro, è del 54% nel centro storico e dell’84% nella periferia. Nel cratere è di 1,7 miliardi di euro la somma impegnata e ammessa a contributo a fronte dei circa 4,2 che si stima serviranno complessivamente. Tra i casi che fanno discutere due “grandi incompiute” come palazzo Margherita, sede del comune dell’Aquila, che ha da anni il finanziamento con una gara espletata da tempo, ma con i lavori mai iniziati, e la frazione di Paganica, la più popolosa, dive sono partiti appena 16 cantieri con il centro storico nel quale le macerie la fanno ancora da padrone. Da rilevare comunque come i nuovi terremoti che nei mesi scorsi hanno colpito l’Italia centrale, tra cui l’Abruzzo con le province di Teramo e L’Aquila seriamente danneggiate, abbiano rigettato la popolazione in una condizione di paura, oltre a causare nuovi danni e sovrapposizioni di norme con interventi a due velocità in riferimento a due sismi che si inseriscono in due diversi momenti storici del Paese.
Ma ora parte ‘Viaggio nel cuore dell’Italia’, campagna realizzata dalla Rai in collaborazione con il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, per risollevare le sorti dei centri danneggiati dal sisma. Un ‘sos’ che dal 10 aprile vedrà tv e radio impegnate a dare risalto agli eventi e alle esperienze turistiche delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto per sostenere la ripresa del turismo.
“Dobbiamo parlare soprattutto ai cittadini italiani per convincerli a tornare a calcare quei territori”, ha detto Errani alla presentazione della campagna, “è importante e pregevole perché non si tratta solo di uno spot ma di un lavoro che racconterà il territorio. Il problema più serio della ricostruzione – ha ribadito – è contrastare lo spopolamento, assai robusto prima del 24 ottobre scorso”.
Anche oggi una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata alle 5:30 tra Marche ed Umbria, in provincia di Macerata. Fortunatamente non si segnalano danni a persone o cose.
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