Krul esulta. L'eroe di Olanda-Costa Rica è lui
Sarà Argentina-Olanda la seconda semifinale di Brasile2014. L’Albiceleste supera 1-0 il Belgio faticando forse meno del previsto, gli oranje non riescono ad andare oltre lo 0-0 nei 120′ con la Costa Rica e prevalgono ai rigori grazie a due parate del secondo portiere, Krul, entrato nel recupero dei supplementari.
Il “pipita” Higuaìn ha appena calciato il destro dell’1-0
Nel pomeriggio di ieri è andato in scena, a Brasilia, il quarto di finale tra Argentina e Belgio. Anche in questo caso, come per Germania-Francia, un match con il sapore della rivincita, dopo la vittoria di Diego&soci nella semifinale di Mexico ’86, e anche stavolta il desiderio di rivalsa ha dovuto cedere il passo di fronte alla tradizione: il Belgio della “generazione di fenomeni” multietnici si è dovuto inchinare al cospetto di un’Argentina che, nel momento più importante del suo Mondiale, ha ritrovato le polveri, fin qui bagnatissime, del “pipita” Higuaìn, l’attaccante del Napoli, autore del gol partita da centravanti di razza.
Anche per Di Marìa il Mondiale si chiude qui
Una partita intensa ma non entusiasmante come poteva far supporre la presenza in campo di tanti campioni, disseminati su entrambi i fronti. A deciderla proprio Higuaìn con un destro secco in apertura, dopo soli 8′ di partita. E, per la punta partenopea, anche una traversa scheggiata a corredo, dopo una galoppata solitaria condita da tanto di tunnel a Kompany. Il “pipita” non andava a segno addirittura da undici mesi, dall’amichevole dell’agosto scorso all’Olimpico con gli azzurri voluta per omaggiare Papa Bergoglio, e finora era stato l’uomo più deludente di tutta la fantastica linea d’attacco della Selecciòn che, forte dei suoi tanti assi, avrebbe dovuto far strage di difensori e portieri. Ma, a parte Messi e Di Marìa, si era visto molto poco. Non solo da parte di Higuaìn ma anche degli attesi Palacio e Lavezzi. E il risveglio del centravanti del Napoli arriva nel momento in cui, persino nel reparto avanzato, inizia a scarseggiare ossigeno. Dimenticato (o voluto dimenticare?) Tevez a casa, fuori gioco Aguero, ecco la tegola Di Marìa. In questo Mondiale che verrà lungamente ricordato per i tanti infortuni eccellenti che finiranno, forse, per deciderlo, registriamo anche lo stiramento alla coscia dell’esterno del Real, match winner con la Svizzera. L’Argentina, là davanti, ha ancora quattro giocatori di livello mondiale ma Higuaìn è l’unica vera punta centrale, gli altri o attaccanti esterni (Palacio), o trequartisti offensivi (Lavezzi) o fenomeni in grado di svariare su tutto il fronte (Messi). Ma l’unico che può sgomitare dentro l’area rimane proprio il “pipita”. E il Belgio? ha preso il controllo del centrocampo, com’era naturale che fosse, ma ha imposto ritmi troppo blandi per creare veri problemi. Solo il chiomone di Fellaini ci prova ma Romero trascorre un pomeriggio di sostanziale disimpegno e l’unico vero intervento lo deve compiere sul…compagno di squadra, Garay, che per poco non fa fuoco amico. De Bruyne, eccellente contro gli Usa, non si ripete e non solo per colpe proprie. Wilmots, infatti, opta per spostarlo al centro dietro ad Origi, (preferito anche stavolta a Lukaku) punta unica di un 4-1-4-1 troppo ingessato. Di buono, per i “diavoli rossi” c’è solo l’ottima copertura sugli avanti argentini con anche Messi costretto al minimo sindacale (ma nell’azione del gol c’è anche lui): cioè la consueta accelerazione mortifera nel finale di partita che potrebbe spegnere del tutto le speranze degli europei, ma Courtois (mai battuto dalla “pulce” neppure in Liga) ne respinge l’assalto, offrendo ai suoi l’ultima chance in pieno recupero ma Chadli, assistito da Lukaku si fa anticipare da Garay e, sulla respinta, Witsel manda il pallone alto e il Belgio fuori dal Mondiale.
Belgio molto sottotono, Argentina che svolge il compitino: i ragazzi di Sabella hanno avuto la fortuna e il merito di trovare il gol subito e, attorno al repentino vantaggio, hanno costruito la loro partita. Controllo e ripartenze, neppure tante e neanche troppo convinte. Ma in questo Mondiale connotato dal grande equilibrio non è detto che non basti. L’Albiceleste torna così a vedere la luce di una semifinale dopo 24 anni.
Il momento-chiave della partita: Krul avvicenda Cillessen
In nottata è, invece, terminato l’ultimo quarto di finale. Quello, sulla carta, più scontato. L’Olanda, come da pronostico, ha staccato il pass per la semifinale, ma la Costa Rica ha sfoderato un’altra prestazione di feroce concentrazione dietro e di grande cuore ovunque. Stavolta, ai centroamericani, non è stato sufficiente a sfangarla. Ed è giusto così perchè sia pure a strappi, la partita l’ha fatta l’Olanda. Per tutti e 120 i minuti di gioco. Una soluzione diversa avrebbe avuto il sapore della beffa atroce per gli uomini di Van Gaal e gli oranje, non dimentichiamolo, vantano un credito piuttosto ampio nei confronti della sorte, soprattutto ai Mondiali. Ma più dei tre legni colpiti dagli arancioni (ecco che si conferma che la sfortuna ci vede benissimo), Olanda-Costa Rica verrà ricordata per la felice intuizione di Van Gaal: ha atteso gli ultimi 40 secondi del recupero nei supplementari per avvicendare Cillessen con Krul, 25enne portiere del Newcastle, in Premier, alla sua sola sesta presenza in nazionale. Fatto entrare appositamente per i rigori. Specialità in cui vantava 2 parate su 20 tentativi. Un record personale, peraltro, neanche trascendentale. Ma il collega titolare non ne aveva mai preso uno…E vista la tradizione non proprio felice degli olandesi dagli undici metri, qualcosa si doveva pur fare, avrà pensato il “santone” Van Gaal. Geniale fino ad un certo punto perchè se non si fosse fermata l’ultima azione d’attacco dei suoi, Krul non sarebbe potuto neanche entrare e per operare il cambio, il Ct oranje ne aveva sacrificato uno tra gli uomini di movimento. Bravo e fortunato, comunque, l’ex tecnico di Ajax, Barcellona e Bayern (dalla prossima stagione sulla panchina del Manchester United) perchè il neoentrato ne para ben due: al giustiziere di Italia e Grecia, Ruiz, e ad Umana, l’autore del rigore decisivo con gli ellenici. Prima della lotteria dal dischetto, in ogni caso, una sola squadra a tentare di combinare qualcosa: l’Olanda.
Van Gaal abbraccia il suo eroe
Schierata con un aggressivo 3-4-3 ha mostrato voglia, volontà ma non velocità, soprattutto nei primi 45′. Il solo Robben riesce a trovare accelerazioni e a creare superiorità numerica. Ma non gli si può chiedere di essere sempre decisivo. Sneijder, dal canto suo, conferma la ritrovata condizione e fornisce un’altra grande prestazione, sia in cabina di regia (è l’unico che riesce a dare geometrie ad una manovra altrimenti asfittica e priva di sussulti), sia al tiro con due punizioni deliziose: la prima fa ricordare a tutti che Howard e Ochoa non sono le uniche saracinesche di questo Mondiale perchè la Costa Rica ha tra i pali Keylor Navas, il migliore in campo, la seconda battezza il montante. A completare il quadro dell’ottima gara di Sneijder e di Robben anche la realizzazione dei rispettivi rigori. Nel tridente d’attacco olandese, latitano sia il talentino Depay (una sola conclusione pericolosa, Navas c’è) che, e la cosa comincia a preoccupare non poco, Robin Van Persie che di occasioni ne avrebbe diverse, ma una volta il polpo Navas, un’altra Tejeda con l’aiuto della traversa, un’altra una ciabattata fuori ma non gliene va bene una. Neanche ad Huntelaar (entrato nei supplementari al posto del tremebondo Martins Indi) riesce di far saltare il fortino costaricano, pur essendo passata ad uno sbilanciatissimo 4-2-4. Da che erano piovute critiche aspre da tutta la stampa olandese sul gioco troppo prudente e speculativo degli arancioni. La Costa Rica si limita a rimanere in piedi sul quadrato, ma nei supplementari qualche crisma di pericolosità in contropiede lo creerebbe pure. Ma un solo tiro in porta in 120′ , quello di Urena su cui si salva Cillessen, è davvero troppa micragna.
Gioia oranje
Argentina-Olanda, dunque. Anche qui i precedenti illustri non mancano: nel girone di semifinale dei Mondiali di Germania ’74 l’arancia meccanica di Cruijff e soci sotterrò i sudamericani sotto un pesante 4-0, quattro anni più tardi, in finale, in casa, gli argentini si presero la rivincita su un’Olanda priva del suo “papero d’oro”, alzando la Coppa del Mondo dopo un 3-1 maturato nei supplementari (e se quel palo non fermava il tiro di Rensenbrink…), ai quarti di finale di Francia ’98, vinse l’Olanda 2-1 con gol decisivo di Bergkamp quando l’extra time era ormai incombente, nella fase a gironi di Germania 2006, finì, invece, 0-0 con entrambe avanti a braccetto.
Mario Kempes in rete nella finale del ’78
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