Il dipinto incriminato è “L’origine du monde” di Gustave Corbet. La causa è iniziata nel 2011: un professore francese, appassionato di arte moderna, aveva subito una censura da Facebook. Aveva pubblicato sul suo profilo un link su una mostra dedicata al maestro del movimento realista francese dell’Ottocento. Tra le opere di Corbet, il dipinto incriminato che mostra in primo piano il pube di una donna, l’origine del mondo poiché tutti da lì nasciamo. La colpa dell’utente? Aver postato un’immagine ritenuta pornografica.
Il professore si è rivolto al tribunale francese e ha avviato una causa. Gli avvocati di Facebook hanno sostenuto, in un primo momento, che solo un tribunale californiano poteva avere la competenza per deliberare sulla questione. Ma la Corte di Parigi ha rifiutato quest’interpretazione. Dopo cinque anni, ora è certo, il processo in Francia ci sarà. La prima udienza è fissata il 21 maggio di quest’anno.
E’ un precedente che creerà non pochi grattacapi. Soprattutto perché il sito web californiano ha conquistato ormai più di un miliardo e mezzo di utenti. Non potrà essere altrimenti se si leggono con attenzione i criteri che il social usa per oscurare immagini o post non graditi.
Esiste un documento di tredici pagine in cui vengono sintetizzati quelli che possiamo definire i paletti etici. Le linee guida sono contenute nel documento dal titolo Abuse Standards Violations.
Sotto la categoria “Sesso e Nudità” è vietato pubblicare perfino immagini con donne che allattano i figli al seno. Nessun divieto invece per il capezzolo maschile. Vietata l’attività sessuale esplicita, non lo sono invece i preliminari sessuali, anche omosessuali. Nel caso del nudo infantile il protocollo prevede che il contenuto sia “escalated”, cioè che vada richiesta un’accurata indagine al team del social network.
Da una cultura come quella americana che sa produrre la pornografia puritana, la soap Beautiful ne è una dimostrazione, non ci potevamo aspettare una serie di regole legate al “ vedere”. Se non si vede niente di pruriginoso può andare bene la qualsiasi, anche le situazioni più scabrose, anche la violenza più efferata, anche la calunnia. Questi sono i loro principi, poi tutto è lasciato in mano a eventuali segnalazioni degli utenti, disgraziato caso in cui può accadere di tutto.
Una testa schiacciata può rimanere online purché non ci sia troppo sangue, questo è lo stile del codice di regolamento di Facebook. Un social network di tali dimensioni richiederebbe monitoraggi non solo più attenti, ma anche più colti. Ma questo è chiedere la Luna! Comprendiamo l’indignazione del professore francese, un uomo di cultura che viene considerato un pornografo. Uno dei pochi, forse, che ha ancora chiaro che la differenza tra nudo come espressione artistica e pornografia non si misurano sui centimetri di carne nuda esposta, ma nel messaggio profondo che l’artista trasmette. La weltashauung, termine che non poteva che essere europeo, la visione del mondo con una componente sempre morale, condivisibile o meno, sottende sempre a un’opera creativa perché appartiene all’umanità dell’artista. In un connubio misterioso e affascinante, la qualità del messaggio si sposa con l’espressione stilistica.
Comunque sia, l’arte riconosciuta tale, non dovrebbe mai essere censurata. E’ penoso invece constatare che una cultura come quella americana invada la nostra deformandola. I Bronzi di Riace, la Cappella Sistina di Michelangelo, i nudi degli impressionisti francesi, i nudi classici dei Musei Capitolini sono quindi da bannare? Ci sembra invece che la loro politica sia assai più tollerante verso espressioni di odio e di razzismo, insulti, calunnie e diffamazioni, che superano spesso tutti i filtri di controllo.
L’abbiamo detto, sono puritani, la pornografia la producono in altro modo.
Esperta in tecniche di comunicazione, di scrittura e sceneggiatura, ho collaborato come autrice e consulente editoriale con la Rai e con strutture di produzione cinematografica e televisiva (Lux Vide, Titania Film, Ae Media Corporation), per le quali ho firmato numerosi soggetti di serie e consulenze editoriali. Sono autrice anche romanzi e saggi di critica televisiva
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