Una breccia sul muro del principale carcere romano, quello che fino al 1881 è stato sede di un convento del quale il nome è rimasto invariato, ‘Regina Coeli’. Le pareti della struttura di via della Lungara si aprono all’arte insieme alla creatività e l’ingegno dei detenuti con il progetto “Outside/inside/out – Arte a Regina Coeli” . L’arte che si fa contesto e trasformazione della struttura visiva stessa degli spazi chiusi della Casa Circondariale, per trasformarli in un vero e proprio spazio pubblico, giocando appunto fra struttura focale istituzionale/chiusa e dato artistico visivo/aperto.
Laura Federici, Camelia Mirescu, Pax Paloscia, tre artiste, fotografe e video-maker di cultura, stile, linguaggio e formazione completamente differenti hanno collaborato con i detenuti ivi domiciliati per la realizzazione di interventi artistici permanenti, eseguiti direttamente sulle pareti interne del carcere, in spazi comuni fra pubblico e privato, nel continuo gioco dialettico fra interno ed esterno della concettualità espressiva messa in atto.
Il progetto artistico ha avuto inizio quasi un anno fa e si è posto fin da subito come momento creativo dello sviluppo della multi-funzionalità dell’arte contemporanea e della sua “applicabilità” e apertura concettuale in spazi generalmente intesi come “chiusi” ma che tendono all’apertura di mondi interiori infiniti dei loro “abitanti”. Opere a più mani quindi, effettuate con linguaggi e tecniche diverse, dall’iconismo grafico e street di Pax Paloscia, alla pittura espressiva di Laura Federici che ha mescolato la rappresentazione degli alberi del vicino Orto botanico ai ricordi dei detenuti, al collage materico e multi-visuale di Camelia Mirescu che ha raccolto, in due opere, i grandi affreschi dell’arte cinquecentesca. Un modo per “mantenere il filo di contatto con il mondo esterno, che è diverso in tutto perché ha altre misure, altre distanze, altri colori: cose che qui dentro si dimenticano”, ha detto Giampiero, uno dei detenuti di Regina Coeli. “Io ho raffigurato due figure femminili e in quei tratti mi sono molto identificato, – ha raccontato Valerio – addirittura c’è stato un momento in cui ho pensato di essermi smaterializzato: vedevo queste figure e mi sembrava che fossero vere”.
Opere permanenti per la struttura carceraria di Regina Coeli, di grandi misure e di grande impatto visivo, ma anche prodotto multimediale da “esportare” al di fuori delle mura stesse del carcere. Infatti, le tre artiste hanno realizzato un video, dal titolo Muri socchiusi, già inserito nell’ambito della XV edizione del Festival della Fotografia e attualmente ancora visibile presso il MACRO di via Nizza (fino al 26 marzo 2017), insieme ad altre opere grafico-fotografiche delle tre artiste, sempre attinenti allo stesso progetto.
L’iniziativa, ideata dai Volontari Regina Coeli e curata da Claudio Crescentini, è partita a marzo 2016 e ha visto la collaborazione dell’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, della sovrintendenza capitolina, del Macro e della direzione della casa circondariale. “Abbiamo cercato di dare a queste persone un’evasione almeno ideale – hanno detto le artiste – per nutrire e alimentare la speranza di un reinserimento della società”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy