Sgominata questa mattina con una operazione della Polizia di Stato, una rete di reclutatori Isis operante in Italia. Tre le persone arrestate. E’ stato accertato che operavano nel bresciano reclutando giovani via web. La cellula di estremisti islamici operava tra l’Italia e i Balcani.
La complessa operazione definita “Balkan connection” è stata coordinata dal servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della Polizia di Prevenzione/Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle questure di Torino, Como e Massa Carrara. Risulta che la cellula di estremisti islamici fosse dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dello Stato Islamico.
Tre le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote, il primo residente in Albania e l’altro in provincia di Torino, in Val di Lanzo, e di un 20enne cittadino italiano di origine marocchina, anch’egli residente in provincia di Torino. I primi due sono indagati del reato di reclutamento con finalità di terrorismo, il terzo di apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall’uso di internet. Nessuno dei due albanesi avrebbe combattuto in Siria o in altri fronti in cui sono presenti le milizie del Califfato. Si tratterebbe di fiancheggiatori, persone che, attraverso internet, sarebbero state in contatto, web e telefonico, con combattenti partiti dall’Italia ma non solo, in particolare con Anas El Abboudi, partito dal Nord Est per la Siria tempo addietro. Due degli arrestati avrebbero tradotto un documento Isis di 72 pagine, dedicato alla propaganda in Occidente, in cui viene spiegato il senso della politica dei seguaci del Califfati, descritti come propagatori di ordine, religiosità e protezione delle famiglie. E poi collegamenti con i centri di reclutamento europeo. Decine le perquisizioni in Val di Lanzo, in collaborazione con la Digos di Torino, a carico anche di un quarto uomo di origine nordafricana.
Sono tuttora in corso perquisizioni anche in Lombardia, nel resto del Piemonte e in Toscana, alla ricerca di altri simpatizzanti del Califfato, i cui nomi sarebbero emersi nell’ambito delle stesse indagini che hanno portato all’arresto, questa mattina, dei tre fiancheggiatori. Personale del servizio centrale antiterrorismo, della questura di Brescia e del servizio di cooperazione internazionale di Polizia sta inoltre operando in Albania, nella regione di Tirana.
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