La Grecia avrà problemi a rimborsare le rate a Fmi e alla Bce. A rivelarlo, in una intervista ad Alpha Radio, il ministro dell’economia Yannis Varoufakis. “Non avremo problemi di liquidità con il settore pubblico – ha affermato – ma avremo problemi del ripagare il prestito al Fondo ora e alla Banca centrale in luglio”.
A individuare la ricetta per evitare il collasso del sistema economico ellenico, lo stesso Varufakis. In una altra intervista radiofonica ha infatti affermato che l’accordo ponte dà alla Grecia lo spazio di manovra necessario per fare nuovi accordi con i creditori, e che i colloqui con Bce e Fmi possono essere coordinati dalla Commissione Europea.
Un accento è stato inoltre posto sul fatto che i livelli di investimenti, surplus primario e indebitamento sono prerequisiti per un ritorno sui mercati, con particolare riferimento “a uno swap sul debito che ne ridurrà significativamente l’entità”.
Anche dopo il via libera di ieri al piano avanzato da Atene, resta alta l’attenzione da parte delle istituzioni europee. Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha ammesso non essere stata “facile” l’approvazione della lista di impegni sulle riforme arrivata all’Eurogruppo, ritiene che il punto da comprendere è se sia possibile “credere alle rassicurazioni del governo greco”. E in Germania “ci sono molti dubbi su questo”. Proprio per questo Schaeuble sostiene che non arriverà “un solo euro” se non saranno rispettati tutti gli impegni previsti nel programma.
Preoccupazioni non del tutto infondate, considerato che il ministro greco per l’Energia, Panagiotis Lafazanis, ha già dichiarato che non intende portare avanti le privatizzazioni del gruppo produttore di energia elettrica Pcc e della rete di distribuzione elettrica Admie.
“Abbiamo dimostrato di saper arrivare a un compromesso” ha dichiarato la cancelliera tedesca, Angela Merkel. “Apprezzo il fatto che abbiamo trovato un punto di partenza per negoziare con il nuovo governo greco – ha spiegato durante una conferenza stampa con il premier svedese Stefan Lofven – è gratificante, se pensiamo a quello di cui si parlava qualche settimana fa”.
La Merkel, però, non si fa “illusioni sul fatto che ci saranno difficoltà”, ma riafferma l’importanza di “combattere”, perché “si tratta dell’euro”.
Se invece Atene uscisse dalla divisa comune, a guadagnarci “sarebbe l’Italia”, almeno secondo le valutazioni del leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
“Fuori dall’Euro la Grecia morirebbe, perché ha poco e niente – ha affermato intervenendo a Radio Padania – solo isolette o poco più, quindi potere contrattuale pari a zero. Avessimo un presidente del consiglio con le p…” l’Italia potrebbe avere “molto di più”.
L’attenzione sulla Grecia, però, non fa calare lo sguardo della Ue anche sul percorso impostato dall’Italia, che rimane tra i ‘sorvegliati speciali’ per gli squilibri macroeconomici. Uno status che richiede azioni politiche decisive e monitoraggio specifico, considerato che i rischi derivanti “dal debito pubblico molto elevato e dalla debolezza della competitività” sono cresciuti “significativamente” secondo quanto riferito dal responsabile degli Affari economici, Pierre Moscovici.
Sebbene sia arrivato l’ok definitivo alla legge di Stabilità 2015, e non si ravvisino elementi per aprire una procedura di infrazione, non è mancato il richiamo all’osservanza del parametro europeo sul contenimento del rapporto debito-Pil.
Moscovici ha affermato che quest’ultimo è un argomento che rimane pertinente e che “dobbiamo chiedere di proseguire gli sforzi di riduzione”.
Richiami sono arrivati anche a Parigi, che deve compiere “sforzi strutturali importanti” e correggere entro quest’anno il rapporto deficit/Pil dello 0,2% in più rispetto a quanto previsto attualmente, e a Berlino. La Germania, infatti, già tra i Paesi con squilibri eccessivi per il suo surplus, ha visto aggravarsi la sua situazione. Moscovici ha spiegato che questo peggioramento è stato causato da “investimenti insufficienti” ma ad oggi non è ancora stato chiesto un piano correttivo.
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