Lo sport italiano è in lutto per la morte di uno dei suoi atleti più conosciuti ed amati. A 61 anni di età, per la verità non ancora compiuti, è scomparso questa mattina Pietro Mennea stroncato da un male incurabile. Lo sprinter, medaglia d’ oro ai Giochi Olimpici di Mosca 1980 sui 200 metri e per 17 anni detentore del record del mondo sulla distanza, era da tempo malato. La camera ardente verrà allestita questo pomeriggio nella sede del Coni, a Roma.
La ‘Freccia del sud’, come era soprannominato Pietro Mennea, è stato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato ai Trials americani (una sorta di qualificazioni interne per l’ammissione ai Giochi) di Eugene, subito prima delle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996. Tuttora il primato europeo e italiano dei 200 metri è a lui riconosciuto.
Nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d’ oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani.
Pietro Mennea prima atleta e poi avvocato, era nato a Barletta il 28 giugno 1952. Di famiglia modesta, dopo le medie si iscrive a ragioneria. A 15 anni, su uno stradone di Barletta, sfidava in velocità una Porsche color aragosta e un’ Alfa Romeo 1750 rossa: a piedi, sui 50 metri, batteva l’ una e l’ altra e guadagnava le 500 lire per pagarsi un cinema o un panino. Prosegue gli studi all’ I.S.E.F. e si laurea una prima volta in scienze politiche, su consiglio di Aldo Moro, allora ministro degli Esteri, poi anche in giurisprudenza. Esercita la professione di avvocato e dottore commercialista ed è autore di 20 libri. Nel 2000 il nome di Mennea torna agli onori delle cronache quando l’ Università degli Studi dell’ Aquila, presso cui aveva partecipato ad un concorso per la cattedra di Sistematica, regolamentazione e organizzazione dell’ attività agonistica presso la facoltà di Scienze motorie, gli propone l’ assunzione, essendosi classificato primo in graduatoria, ma, giudicando la posizione di professore a contratto (istituto di diritto privato) incompatibile con la carica di membro del Parlamento europeo (carica di natura pubblica), gli chiede le dimissioni da quest’ ultimo. La vicenda provoca polemiche ed interrogazioni parlamentari. Tuttavia il Governo Amato II, rappresentato dall’ allora Sottosegretario di Stato per l’ Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica on. Luciano Guerzoni, diede ragione all’ Università. Attualmente Mennea era docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell’ Educazione Motoria dell’ Università “Gabriele d’ Annunzio” di Chieti – Pescara. Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla “Fondazione Pietro Mennea”, Onlus con lo scopo primario di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società. Oltre alla carriera sportiva, ha operato come curatore fallimentare e insegnante di educazione fisica, eurodeputato (a Bruxelles dal 1999 al 2004) e commercialista. Nel 2010 – insieme alla consorte (entrambi legali con studio a Roma ubicato vicino al tribunale civile) – si occupa di “class action” negli Stati Uniti per difendere alcuni risparmiatori italiani finiti nel crac della Lehman Brothers. Nel marzo del 2012 la città di Londra, nell’ ambito delle iniziative connesse ai Giochi olimpici di Londra 2012 dedica all’ ex atleta barlettano, una stazione della metropolitana. Il 21 marzo 2013, in una clinica di Roma, si spegne all’ età di 61 anni a causa di una grave malattia.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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