Non sono fischi che si abbattono. Quelli innescati da questa tragicommedia delle multe che vede per protagonista negativo (e passivo) l’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino. E come indignati antagonisti il senatore del nuovo centro destra Andrea Augello, da una parte, e il consigliere comunale del Pd Fabrizio Panecaldo. Il quale dice di non parlare “da coordinatore ma da consigliere del Partito democratico: quanto accaduto negli scorsi giorni richiede dei chiarimenti, quindi come gruppo Pd chiediamo al sindaco di venire a riferire in Aula”.
Più pesante il j’accuse intriso di sarcasmo di Augello: “Quattro multe sono state regolarmente notificate al sindaco e restano tutt’oggi pendenti, senza che alcuna procedura di autotutela sia stata presentata al Prefetto. Le altre quattro sono state fermate con una procedura informatica ‘automatica’, basata su un permesso retrodatato, inserito senza alcuna motivazione scritta, senza un parere legale, ma attraverso un mero ordine verbale”.
La narrazione di Augello, così come riportata dalle agenzie, è lunga e circostanziata. Degna quasi di un rapporto di polizia giudiziaria. Il senatore ripercorre tutte le tappe della vicenda multe. L’11 agosto – dice – vengono regolarmente notificate al sindaco le prime due contravvenzioni; il 12 agosto il gabinetto del sindaco o la sua segreteria contattano l’Agenzia lamentando l’accaduto e sollecitando un intervento; l’Agenzia da’ ordine di inserire un permesso retroattivo, nonostante il sindaco abbia circolato con un permesso scaduto, non essendo stata versata la tariffa che attiva il diritto di transito nella Ztl.
“Non e’ chiaro – sottolinea Augello – chi dia questo ordine verbale ne’ chi, per conto del sindaco, lo pretenda dall’altro capo del telefono, tuttavia l’Agenzia precisa che quel permesso retroattivo non venne in alcun modo motivato per iscritto ma solo inserito nel sistema. E’ la stessa Agenzia a riconoscere che tale circostanza non comportava l’automatico annullamento delle multe, essendo compito della UOT contravvenzioni pronunciarsi in merito ad una eventuale procedura di annullamento per autotutela”. Secondo il senatore Ncd, “la UOT contravvenzioni non riceve alcuna comunicazione scritta nè dal Gabinetto del Sindaco nè dall’Agenzia: il sistema legge in automatico il permesso retroattivo e scattano i codici di blocco delle contravvenzioni, come se fosse concluso il processo di autotutela che si utilizza quando l’amministrazione commette un errore. I dirigenti della UOT hanno però un problema, anzi quattro: due multe sono già state notificate al Sindaco ed altre due sono in itinere, percio’ il sistema non puo’ bloccarle perche’ la legge prevede, in questo caso, che spetti al Prefetto la decisione, qualora l’Ufficio contravvenzioni proponga di annullarle in autotutela; a questo punto nessuno fa niente: quattro multe restano bloccate dal sistema, mentre intorno alle altre quattro inizia una prolungata elucubrazione degli uffici per capire con quale procedura sia possibile ottenere l’avallo del Prefetto sulla cassazione delle multe.”
Insomma è caccia non solo a Ignazio Marino che svicola il confronto in aula consiliare, richiesto ieri anche dai grillini oltre che dal suo stesso partito, ma anche all’eventuale zelante impiegato che potrebbe avere ritenuto di volere fare così un cortesia al cittadino di Roma.
Sulla vicenda multe del sindaco di Roma Ignazio Marino “l’unica cosa che resta da capire e’ chi si trovasse alla guida della Panda negli otto casi di infrazione rilevati ai varchi. L’uso del permesso del sindaco e’ infatti a carico dei contribuenti solo perche’ limitato a motivi istituzionali, il che esclude che l’autovettura possa essere affidata ad amici e parenti per scorrazzare tra i vicoli di Roma”. Lo sostiene, in una nota, il senatore del Nuovo Centrodestra, Andrea Augello. Sul fronte delle tariffe, aggiunge il senatore, non ci sono piu’ dubbi: dalle carte dell’Agenzia risulta chiaro che il permesso del Sindaco e’ stato pagato per soli dodici mesi, dal 21 Agosto 2014 al 21 Agosto 2015, con il versamento di 2.032 Euro, con determinazione dirigenziale 521 del 18 Agosto 2014.”
Certo i romani sono a dir poco allibiti: nel momento in cui le periferie della città scoppiano per le guerre tra poveri che sono divampate nei giorni scorsi tra extra comunitari e residenti dei quartieri più popolari della capitale, il primo cittadino è letteralmente latitante. Interessato, sembra, solo a celebrare nozze gay, a pedonalizzare in maniera selvaggia tutto il centro storico (per giunta a sorpresa) e a cercare occasioni mediatiche per fare bella figura. Come se fosse possibile dimenticare tutto il resto.
E infatti le associazioni di consumatori come il Codacons dimostrano di non volerlo dimenticare “tutto il resto”. Proprio il Codacons, infatti, chiede oggi le dimissioni del sindaco Ignazio Marino e lancia una azione collettiva in favore dei cittadini romani per la questione delle buche stradali, tornata alla ribalta dopo i forti temporali.
“La vicenda delle multe che vede coinvolto il sindaco e’ irrilevante di fronte al degrado e alla sfacelo in cui versa la capitale – spiega il presidente Carlo Rienzi – La questione rischia addirittura di deviare l’attenzione da problemi molto piu’ seri che riguardano i cittadini romani, come quello della raccolta rifiuti e della manutenzione stradale”. Secondo il Codacons “da quando Marino ha preso in mano l’amministrazione della citta’, si e’ registrato un progressivo peggioramento nella gestione della capitale, che trova i suoi esempi piu’ evidenti proprio nei rifiuti che invadono vergognosamente tutti i quartieri, nell’invasione dei topi in diverse aree della citta’ e nello stato delle strade, dissestate e sempre piu’ un pericolo per gli automobilisti, nonostante il sindaco avesse fornito rassicurazioni circa la definitiva risoluzione del problema”. Il Codacons lancia oggi “una azione risarcitoria collettiva in favore dei cittadini residenti a Roma, attraverso la quale gli utenti possono chiedere i danni per il cattivo stato del manto stradale e per le buche disseminate sull’asfalto. Compilando l’apposito modulo presente sul sito www.codacons.it tutti i romani potranno costituirsi parte offesa nella denuncia presentata dall’associazione alla Procura di Roma, per contestare le omissioni dell’amministrazione fronte della manutenzione stradale. Grazie a tale costituzione, sara’ possibile chiedere il risarcimento danni da buca stradale, da 500 a 2000 euro a utente, anche in assenza di danni ad autovetture o motocicli, per i pericoli corsi e per la gestione errata dei soldi pubblici raccolti attraverso le tasse locali“.
Se adesso pure i grillini dimostreranno di volere dare battafglia, come promettono, in piazza a Roma, nel consiglio comunale e persino in Parlamento, arriverà presto per Marino l’urlo della folla: “arrenditi sei circondato”.
Il serata il Panda-gate si aggiorna con la comunicazione del presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti, che proprio per superare l’empasse di una richiesta corale da parte di tutti i consiglieri Pd di avere il sindaco in Aula pder chiarire tutti i tanti lati oscuri di questa sconcercante vicenda. Contattato telefonicamente Ignazio Marino, che avendo a cuore la Capitale ed i problemi dei suoi abitanti si trova ancora una volta fuori città: a Londra per un convegno sulle infrastrutture urbane, Coratti riferisce che “il sindaco è disponibile a venire a riferire in Aula anche stasera a mezzanotte quando atterrerà l’aereo”. Coratti ha quindi convocato la capigruppo per decidere sul prosieguo o meno dei lavori.
“Con la convergenza di tutti i colleghi capogruppo di opposizione, tranne il M5S, ho presentato la mozione di sfiducia contro Ignazio Marino – ha quindi commentato il capogruppo Ncd Roberto Cantiani – Il Pd, furbescamente, fa finta di attaccare il sindaco chiedendo che venga a riferire in aula, ma di fatto, volendo rimandare la seduta sta scappando da questa mozione”.
Si chiude quindi una giornata difficile per un primo cittadino che dopo aver dichiarato il falso ai romani e alle autorità di polizia, non sente il benché minimo bisogno di fornire un minonmo di fdoverose spiega ad una cittadinanza fino ad oggi presa bellamente in giro.
D’altronde, cosa c’è da aspettarsi da una personaggio capace di accusare un giornalista distante da lui non meno di un metro e mezzo, intento a rivolgergli delle domande, di essere lui la causa della perdita dell’equilibrio necessario per rimanere il sella alla sua bici? Un equilibrio che il sindaco Marino pare non aver mai posseduto….
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