E via alla sessantacinquesima edizione del Festival di Avignone, la rassegna internazionale di teatro che ogni anno d’estate trasforma la storica cittadina della Provenza in un incredibile scenario collettivo. Fondato nel ’47 da Jean Vilar il Festival è una delle più importanti manifestazioni di spettacolo contemporaneo; per un mese Avignone si trasforma in una città-teatro e il patrimonio architettonico racchiuso entro le mura trecentesche accoglie ogni genere di rappresentazione, nonché migliaia di appassionati di teatro di tutte le generazioni e di ogni parte del mondo.
Teatro, danza, musica, prendono vita negli spazi e nei luoghi cittadini; una quarantina di lavori costituiscono il programma del Festival “In”, quello principale, mentre oltre un migliaio animano il Festival Off, la vetrina degli artisti emergenti che ad Avignone trovano un’occasione impareggiabile di scambio e di visibilità ai massimi livelli internazionali. Caratteristica di questo festival è quella di connettere un pubblico popolare alle più vive produzioni della drammaturgia contemporanea. Avignone è un luogo di straordinaria interazione culturale, dove si respira integralmente lo spirito del teatro; la città diventa un laboratorio a cielo aperto e tutti quelli che la attraversano hanno l’occasione di accedere alla cultura vivente del nostro tempo. Il Festival costa circa 10 milioni di euro (dato 2009) dei quali il 60% provengono da finanziamento pubblico e il restante dalla vendita dei biglietti (oltre 100mila) e dagli sponsor privati. Per il 2009 la ricaduta economica positiva sulla città di Avignone è stata stimata in circa 23 milioni di euro per effetto del solo cartellone principale. Il Festival è presieduto da Hortense Archambault et Vincent Baudriller, che per tradizione si affiancano ad un consulente artistico scelto di anno in anno fra gli artisti di massima riconoscibilità internazionale, da Jan Fabre a Christoph Marthaler, da Romeo Castellucci a Olivier Cadiot; fino alla edizione di quest’anno guidata dal danzatore Boris Charmatz. Fino a notte fonda la città accoglierà i visitatori, gli appassionati, i curiosi, con le sue esposizioni, installazioni, coi numerosi luoghi d’incontro e di dibattito, con gli appuntamenti di confronto con gli artisti, con la proiezione di documenti cinematografici. Nel programma di quest’anno spiccano i lavori di Nicolaj Erdman (Le suicidé, regia di Patrick Pineau), i due testi di Rafael Spregelburd (L’entêtement e La paranoïa, entrambi curati dal Théâtre Des Lucioles), uno studio di Rachid Ouramdane (Exposition universelle, messo in scena dallo stesso autore); e ancora i lavori di Romeo Castellucci, di Angélica Liddell, di Pascal Rambert, e un concerto alla memoria di Jean Genet, Le condamné à mort, eseguito da Jeanne Moreau ed Etienne Daho nella corte d’onore del Palazzo dei Papi. Promette un incanto particolare la creazione di Anne Teresa De Keersmaeker Cesena, uno spettacolo di danza e musica del Trecento che sarà rappresentato alle quattro e mezzo del mattino, con la luce dell’alba ad illuminare la scena.
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