Riapertura con strascico polemico per il parco di attrazioni Disneyland in California.
Dopo oltre 400 giorni di chiusura a causa della pandemia da Covid19 e lauti investimenti nell’aggiornamento di alcune attrazioni che da tempo avevano bisogno di essere rinnovate, tutto si aspettava Dave Caranci, direttore dello sviluppo creativo della Walt Disney Imagineering tranne che un bacio, di meno di un secondo, tra due statue animate elettronicamente, avrebbe scatenato tanta polemica.
L’attrazione sotto accusa è la “dark ride” Snow White’s Enchanted Wish dedicata a Biancaneve, la prima e la più nota delle principesse disneyane, quella che immortalata nel lungometraggio di animazione del 1937 ha decretato la nascita dell’impero di Walt. Un percorso interamente al chiuso dunque, dove i partecipanti sono comodamente seduti nel vagone di un trenino che passa attraverso alcuni degli scenari e dei momenti più emblematici della vicenda di SnowWhite: dal suo arrivo nella casa dei sette nani al fatidico morso alla mela avvelenata che la regina malvagia le offre.
Il rinnovamento dell’attrazione, una delle prime e originali dell’area Fantasyland, che la stessa dirigenza del Parco auspicava da tempo, ha introdotto nuove tecnologie audio e visive, tra cui l’illuminazione Wood a LED (che esalta le colorazioni fluorescenti), proiezioni laser, nuova musica e un nuovo sistema di animazione delle statue semoventi, espandendo così alcune scene, come quella dei sette nani al lavoro nella miniera, che precedentemente erano state solo parzialmente citate. Rispetto alla precedente attrazione che puntava più sugli aspetti paurosi della storia, il nuovo percorso non si conclude sulla nota negativa e parzialmente spaventevole della morte della Matrigna, quanto sul fatidico bacio del Principe Azzurro che, risvegliando Biancaneve dall’incantesimo mortale, la consegna al suo futuro sposo e a quell’irrinunciabile lieto fine tanto caro agli americani.
Lieto fine sì, ma politicamente scorretto, almeno a giudizio di Katie Dowd e Julie Tremaine le due giornaliste della testata on-line SFGate – giornale web appartenente alla famiglia del San Francisco Chronicle, il più importante quotidiano dell’area – che per prime hanno aperto la polemica. Pur elogiando le migliorie tecniche e artistiche apportate all’attrazione, le due donne si sono infatti chieste se in una società che dall’avvento del MeToo ha iniziato ad interrogarsi profondamente – e non senza qualche eccesso manicheo diremmo noi da questa parte dell’oceano – su cosa sia davvero corretto mostrare dei rapporti tra uomini e donne, quel bacio che un uomo dà ad una donna addormentata possa davvero essere definito il “bacio del vero amore”, come la favola vuol fari credere. Non è forse vero che negli Stati Uniti buona parte delle violenze sessuali accade proprio mentre le ragazze sono addormentate, o quanto meno inebetite, di solito da un cocktail di alcool e barbiturici che i loro assalitori propinano loro? Uno dei casi più emblematici in anni recenti è la vicenda del noto attore Bill Cosby, protagonista della fortunata serie i Robinson, che è stato accusato da almeno 40 donne di averle “sedate” per poter avere rapporti sessuali con loro.
La domanda che si pongono le giornaliste californiane è dunque se possa definirsi un “true love’s kiss” (un bacio del vero amore, appunto) un bacio che venga dato da una persona ad un’altra, senza il suo consenso; ad aggravare la posizione Disney è che la scena si svolga in un contesto, come quello del Parco Divertimenti più importante d’America, dove i principali destinatari del messaggio sono bambine e bambini ancora incapaci di analisi critica e invece molto influenzabili dai modelli di comportamento che vengono loro mostrati.
La domanda è legittima, ma il polverone sollevato, forse inaspettato dalle stesse autrici, ha chiuso in un silenzio enigmatico il manager Disney Dave Caranci, che solo qualche giorno fa in un’intervista, si dichiarava certo del successo inequivocabile del nuovo allestimento, soprattutto per la capacità di “prendere un grande classico e portarlo nel mondo d’oggi”.
Contro la polemica si è schierato il giocatore di hockey su ghiaccio dei New York Rangers Matt Traynor che in un tweet ha dichiarato come spingere all’eccesso certe argomentazioni sia un modo per “far pensare a certi creduloni che debbano impazzire per questioni futili invece che per i problemi REALI”.
Non è comunque la prima volta che la Disney affronta problematiche simili: un impero nato nella prima metà del secolo scorso ha ancora molto da emendare dalle proprie storie, figlie di una cultura in cui l’uomo bianco la faceva da padrone. A breve aprirà, nello stesso parco Californiano, la rinnovata attrazione Splash Mountains la cui vicenda precedentemente legata ad un racconto nostalgico del vecchio Sud degli Stati Uniti è sembrata ormai inadatta ai tempi. La nuova storia è invece incentrata sulle avventure per le vie di New Orleans della Principessa Tiana, la prima di colore immortalata in un film Disney del 2009, e promette, tra musica e divertimento, di accontentare finalmente tutti.
Elisa Rocca
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