Continua la preoccupante flessione delle Borse che sta interessando in particolare il mercato italiano e il settore bancario. I pesanti ribassi continuano a coinvolgere principalmente i titoli degli istituti di credito e il settore petrolifero: Mps oggi ha fatto toccare un nuovo picco negativo a -18% nonostante sia stata inibita la vendita allo scoperto fino a domani. Non si tratta però dell’unico titolo in difficoltà. Perdono terreno le banche, soprattutto a fronte dell’incertezza legata alla gestione dei crediti deteriorati. Oltre Mps, infatti, soffrono anche altri istituti di credito come Intesa Sanpaolo, Banco Popolare, Unicredit e Banca Carige. Pesano anche le chiusure delle borse asiatiche, pesantemente in terreno negativo tanto da far segnare le quotazioni minime degli ultimi tre anni, e far parlare gli addetti ai lavori di un periodo di orso. Affondano i prezzi delle materie prime, mentre rimbalza la domanda di acquisto dei beni rifugio, a indicare come il sentimento degli investitori verso l’economia globale sia in deciso calo. Tokyo ha lasciato sul campo il 3,71%, Hong Kong perde il 3,5%, Shanghai e Shenzhen hanno chiuso in calo dell’1,03%, Seul del 2,34 per cento. Accusano il traino le borse europee, che in apertura di contrattazione sono scivolate ai minimi da un anno a questa parte. In mattinata Londra ha ceduto il 2,7%, Parigi il 3,23%, Francoforte il 2,97%. I timori sono per l’appunto legati al calo del prezzo del greggio, un mercato che da tempo soffre di un problema di sovracapacità produttiva e di domanda stagnante. Problema che la rimozione dei limiti commerciali in Iran non ha fatto altro che accentuare e che risente della previsione di forti squilibri nel settore come, del resto, ha previsto l’agenzia internazionale per l’energia. Da Davos, l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato di considerare “assolutamente ingiustificato il panico sul fronte delle sofferenze”. “Parlare dei crediti deteriorati lordi vuol dire non avere un vero riferimento ai rischi, il rischio delle sofferenze e’ invece quello al netto degli accantonamenti”, ha aggiunto. Poi una specificazione significativa sul futuro di Mps. Messina ha infatti chiarito in modo “Categorico” di non avere in agenda l’acquisizione della storica banca di Siena. “Non ci pensiamo proprio”. “Non sono disponibile ad operazioni che distruggano valore”, ha concluso.
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