Accogliendo la platea al forum mondiale sull’economia di Dalian, il premier cinese Wen Jiabao ha affermato che il suo paese non può crescere da solo e che è alla ricerca dei modi necessari per promuovere la crescita e la ripresa mondiali. Parole che seguono l’annuncio dell’interesse, da parte dello stesso governo cinese, all’aquisto di parte del debito pubblico italiano e che sottolineano la sempre crescente determinazione, da parte di Pechino, di agire come attore primario sullo scenario economico internazionale. La seconda economia mondiale, ha continuato Jiabao, “ha più volte dimostrato la sua prontezza ad aiutare e la sua volontà di aumentare gli investimenti in Europa”. Secondo molti osservatori, è evidente come il premier cinese, che a breve sarà chiamato a lasciare l’incarico, stia aprendo la strada al suo successore. Una strada che, per i cinesi, sembra indirizzata a ricavarsi una posizione di leadership all’interno delle economie sviluppate. Più volte il premier cinese ha affermato di credere nel recupero di Stati Uniti ed Europa. Ma l’impressione generale è che, indipendentemente dalla capacità dell’Europa di superare felicemente la crisi dei debiti sovrani, al governo di Pechino interessi la costruzione di una posizione di forza nel vecchio continente, sfruttandone l’attuale – sempre che tale si dimostri – debolezza. Sono pochi, infatti, i partecipanti al forum mondiale che nutrono fiducia sull’immediato futuro. Alle notizie sempre più preoccupanti provenienti dalla Grecia, ha fatto seguito l’annuncio odierno del downgrading di due tra le principali banche francesi. Moody ha abbassato, sebbene di poco, la valutazione su Credite Agricole e Societe Generale. Il motivo è proprio l’esposizione sul debito greco dei due istituti di credito. Abbassamento del rating e sua motivazione da parte della società di valutazioione sono entrambi moderati, ma rappresentano pur sempre l’ennesima brutta notizia per la stabilità finanziaria dell’eurozona. Quanto agli Stati Uniti, in una ripresa rapida dei quali i partecipanti al summit non scommettono, i dati del Census Bureu resi pubblici oggi denunciano l’aumento della povertà e la riduzione delle polizze sanitarie. Se saranno veramente i cinesi a portare sostegno ad un occidente impoverito, pare, perciò, che dovranno mettere mano alla loro invidiabile – e pressocché unica – riserva di liquidità. Cosa chiederanno in cambio, sarà materia di studi e discussioni. Ma già da ora si può dire che difficilmente le loro richieste e i loro obiettivi si circoscriveranno alle mere e filantropiche crescita e ripresa mondiali.
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