In Italia “abbiamo realtà nel mercato finanziario e bancario che sono autentici campioni europei. E al momento mi limito a dire europei”. Matteo Renzi è molto chiaro: il sistema del credito “funziona alla grande”.
“Con i problemi che conosciamo e che stiamo affrontando – ha spiegato il premier a margine della firma di un protocollo di intesa tra governo e Intesa Sanpaolo finalizzato al credito alle aziende del settore agroalimentare – in Italia il sistema del credito va bene. Abbiamo storie di successo in tutti i settori, compreso quello bancario”.
In un momento in cui il settore risente ancora dei contraccolpi del collasso di CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria, il premier punta sulle eccellenze e riafferma il ruolo degli istituti di credito italiani.
Lo fa, tra l’altro, in una giornata in cui Bankitalia diffonde i numeri sui prestiti. Dati in crescita, rilevano gli analisti di palazzo Koch, secondo i quali lo scorso novembre i prestiti al settore privato sono saliti dello 0,6% su base annua dal -0,5% di ottobre. I prestiti alle società non finanziarie, invece, sono cresciuti dello 0,2% dal -1,2% fatto registrare sempre ad ottobre. Sono migliorati anche i prestiti alle famiglie, aumentati dello 0,8% sui dodici mesi.
Non varia, invece, il tasso delle sofferenze bancarie, che si attesta all’11%.
In calo i tassi di interesse. Per quanto riguarda quelli sui finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 2,85%, contro il 2,87 nel mese precedente; quelli sulle erogazioni per credito al consumo all’8,29%, rispetto all’8,37 precedentemente rilevato. Giù anche i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro (2,76 per cento); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,28 per cento (1,35 per cento a ottobre) mentre i tassi passivi sul complesso dei depositi sono stati pari allo 0,54%.
Numeri che se l’Unione Nazionale Consumatori saluta come “dato positivo”, vengono letti come “insufficienti e deludenti” da parte del Codacons.
Il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, auspica che “ il trend venga confermato anche nei prossimi mesi. I finanziamenti alle imprese, infatti, sono fondamentali per la ripresa dell’economia” ma sottolinea anche che “gli investimenti delle imprese salvo nel settore dell’auto, non ripartono ancora. Nel terzo trimestre 2015, il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 18,8%, con un calo di 0,3 punti percentuali sul secondo trimestre 2015 e di 0,2 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2014”.
Per Carlo Rienzi, invece l’aumento dei prestiti alle famiglie dello 0,8% “è del tutto insufficiente a risanare il mercato dei prestiti e a correggere il drastico calo del credito concesso dalle banche negli ultimi anni”.
“Le misure introdotte dalla Bce attraverso il QE – spiega il numero uno di Codacons – avrebbero dovuto portare a risultati ben più incoraggianti” tanto che “percentuali così minime di aumento sul fronte del prestito non possono rappresentare un successo”. “I dati registrati da Bankitalia appaiono deludenti e di questo passo ci vorranno decenni per tornare ai livelli dei prestiti pre-crisi”.
Una diffidenza, questa, che va ad aggiungersi alla già non facile questione legata agli effetti del dl salvabanche e che già da settimane vede in prima linea proprio i rappresentanti dei consumantori. Nello specifico il presidente di Federconsumatori Arezzo, Pietro Ferrari, annuncia la nascita, da lunedì prossimo, di un servizio di assistenza legale gratuita per i risparmiatori rimasti senza soldi dopo il via libera al decreto.
Rilancia la sua critica anche l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, secondo il quale “nell’epoca del bail in la colpa è del risparmiatore che deve informarsi, come se un malato che va dal medico dovesse presentare la laurea in medicina”. Secondo Bersani servono “norme a tutela del risparmiatore contro la prepotenza del mercato” e non ”limitarsi a fare le pulci a questa o quella funzione di vigilanza, funzioni comunque da riformare. Io tornerei alle lenzuolate e qualche idea l’avrei anche”.
Intanto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, garantisce che si sta operando per “avere il decreto – sui rimborsi per i clienti delle banche fallite ndr – entro fine mese, poi si vedrá”.
“Il Mef – ha spiegato – sta lavorando sulla parte dei criteri per i rimborsi, noi ci concentriamo su come organizzare gli arbitrati e io sono molto contento di come sta procedendo il lavoro”.
In ogni caso, il governo deve apprestarsi a far fronte al Senato anche alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni e che verrà discussa a palazzo Madama il prossimo 26 gennaio.
“Far luce su quanto realmente accaduto – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani – è un dovere politico e morale che si deve ai tantissimi italiani truffati e al Paese. Ribadiamo che l’inchiesta sulle quattro banche andate in default non deve in alcun modo essere annacquata, allargandola ad un periodo spropositato di tempo, con l’evidente scopo di impedire il reale accertamento della verità”.
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