Via libera del Governo al decreto legge sulle Banche di credito cooperativo. Renzi e Padoan hanno presentato oggi un provvedimento contenente misure urgenti per riformare il settore e, nello specifico, in grado di recepire la legislazione dell’accordo raggiunto con Bruxelles sullo schema di garanzia necessario a sbloccare i crediti deteriorati.
Non solo. Palazzo Chigi fa anche sapere che “per favorire il recupero dei crediti, è stata inserita una misura che agevola la vendita di immobili in esito a procedure esecutive – sempre che venga alienato nei due anni successivi, ndr – prevedendo una netta riduzione dell’imposta di registro che deve essere versata nella misura fissa di 200 euro” invece dell’attuale 9% per valore di assegnazione.
Il pacchetto di misure va così ad inserirsi nel lavoro che Renzi sta portando avanti per tentare di ristrutturare un sistema bancario sofferente e fragile.
L’obiettivo finale, sempre stando a quanto si legge nel comunicato diffuso dal Governo, è quello di “rafforzarlo, renderlo più resistente agli shock, mettere gli istituti nelle condizioni di finanziare adeguatamente l’economia reale e quindi favorire la crescita e l’occupazione”.
La riforma delle BCC punta a far “superare le criticità che presenta la vigente disciplina del settore: debolezze strutturali derivanti dal modello di attività, particolarmente esposto all’andamento dell’economia del territorio di riferimento, ed anche dagli assetti organizzativi e dalla dimensione ridotta”, non variando il valore del “modello cooperativo per il settore bancario”.
Per raggiungere questo risultato, l’esecutivo punta, tra le altre cose, al miglioramento della qualità della governance, a una più efficiente allocazione delle risorse all’interno del sistema, a un tempestivo reperimento di capitale in caso di tensioni patrimoniali, garantendo “l’unità del sistema per accrescere la competitività e la stabilità nel medio-lungo periodo”.
In particolare, la riforma del settore del credito cooperativo prevede l’obbligo “per le BCC di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni con un patrimonio non inferiore a 1 miliardo di euro”; condizione questa per il “rilascio, da parte della Banca d’Italia, dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo”.
Quegli istituti che invece non intendono aderire a un gruppo bancario, possono farlo a condizione che abbiano “riserve di una entità consistente (almeno 200 milioni)” e versino “un’imposta straordinaria del 20 per cento sulle stesse riserve”. Inoltre, “al fine di favorire la patrimonializzazione delle singole BCC” il dl dispone l’elevazione del “limite massimo dell’investimento in azioni di una banca di credito cooperativo e il numero minimo dei soci”. La banca capogruppo potrà anche “sottoscrivere azioni di finanziamento per contribuire al rafforzamento patrimoniale delle BCC, anche in situazioni diverse dall’inadeguatezza patrimoniale o dall’amministrazione straordinaria”.
Il decreto legge include, inoltre, disposizioni che permettono anche di “avviare il regime di garanzia sulle passività emesse nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione realizzate a fronte della cessione da parte di banche italiane di portafogli di crediti pecuniari qualificati come sofferenze”. La misura ha caratteristiche tali da escludere la presenza di elementi di aiuto come formalmente confermato oggi dalla Commissione europea e il cui fine è quello di “favorire lo sviluppo del mercato italiano dei non performing loans (prestiti non performanti), facilitando l’accesso di investitori con orizzonte di medio-lungo periodo e contribuendo a ridurre la forbice di prezzo tra chi vende e chi compra crediti deteriorati, che rappresenta l’ostacolo principale per la crescita di questo mercato”.
Per quanto riguarda invece la garanzia che lo Stato può concedere ai titoli della classe senior, onerosa e il cui valore è stabilito prendendo a riferimento i prezzi di credit default swap di società italiane con rating corrispondente ai titoli che verrebbero garantiti, verrà fornita “purché questi abbiano previamente ottenuto un livello di rating da una agenzia riconosciuta dalla BCE corrispondente a un investment grade”.
Misure di protezione, importanti, con le quali si tenta di arginare quella disinvoltura che ha prodotto, nel corso degli anni, disastri finanziari pagati, alla fine, da correntisti e obbligazionisti.
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