Non è un memento, come può esserlo pulirsi le scarpe dal fango prima di entrare in un luogo chiuso, ma il salutare consiglio di chi è consapevole più di altri di quanto lo Stato se ne approfitti in termini di tributo da pagargli. Altro che dare a Cesare quel che è di Cesare! Berceto è un comune italiano, in provincia di Parma, di soli 2105 abitanti. Luigi Lucchi, bercetano doc, classe 1955, eletto nel 2009 a capo della lista civica “Idee e Tenacia” (nomen omen: si vede già da subito), ne è sindaco dallo stesso anno e oggi al suo secondo mandato.
In una puntata di Piazza Pulita, nel 2014, si presentò in mutande, con la fascia tricolore a tracolla e con piglio deciso esternò tutto il suo disappunto nei confronti della Tares che, affermava: “Avrà effetti superiori all’Imu e ci lascerà tutti in mutande”. Un pazzo? Un esaltato? Uno che vuole solamente mettersi in mostra? Semplicemente uno che ce l’ha contro i “furti legalizzati” da parte dello Stato. Tanto più da quando amministra la cosa pubblica per conto degli abitanti di questo paesino montano, a 800 metri d’altezza, importante da sempre in quanto la via Francigena passava da lì.
L’ultima ‘provocazione’ del sindaco di Berceto è un sacco da boxe posizionato subito all’esterno dell’entrata del Municipio, con invito ai concittadini a sfogarsi prima e dopo che hanno avuto a che fare con il Comune a suon di pugni e calci. Sul cartello ai piedi del sacco è scritto:
“Cari concittadini, considerando il nostro bilancio, derubato prevalentemente, dal 2012, dallo Stato, sfogateVi prima di entrare, ma anche dopo”.
Lucchi, non nuovo ad azioni plateali, contro i tagli del governo agli enti locali, in passato si era trasformato per una sera in cameriere, raccogliendo mance per la casse comunali.
Sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Qui Berceto! Maledetti ladri che non rispettate la democrazia e la Costituzione!” Secondo i suoi calcoli il governo ruba ai bercetesi dalle tasse e imposte comunali ingenti risorse:
“il 100% dell’IMU fabbricati produttivi
il 50% circa dell’IMU seconde case
il 100% dell’IVA (per i Comuni è un costo)
l’80% del tempo al personale del Comune retribuito solo dai bercetesi ma utilizzato dallo Stato per applicare una burocrazia idiota”.
“Siamo un piccolo Comune e non abbiamo piu’, dal 2012, trasferimenti dallo Stato e addirittura, da quella data – scrive ancora il sindaco Lucchi – con le tasse e imposte che i cittadini sono convinti di versare al Comune manteniamo lo Stato.
Nonostante questo lo Stato interferisce pesantemente, andando contro la Costituzione, nella nostra gestione. Ci obbliga a carrozzoni pubblici mangiasoldi che aumentano il costo e riducono i servizi.
Viviamo, poi, in territori, definite dal Governo “Aree in fallimento di Mercato” e non abbiamo diritto, ad esempio, di vedere i canali Rai, ricevere tutti i giorni la posta e tante altre angherie che si riservano solitamente a dei “servi” e non a dei cittadini di un Popolo Sovrano”.
Bisogna essere solidali con Luigi Lucchi: i motivi per arrabbiarsi ci sono tutti. E, allora, benvenuta la scelta del pungiball per sfogare la rabbia degli onesti pagatori. Onesti come tanti altri che dallo Stato riescono ad ottenere ben poco o nulla di quanto spetterebbe in cambio dei salassi cui sono, siamo, costantemente sottoposti.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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