Berlinale, Sara Serraiocco si racconta

Sara Serraiocco, protagonista in Salvo (2013) e Cloro (2015), è la shooting star italiana premiata alla 66°edizione del Festival del Cinema di Berlino. In occasione di questo importante riconoscimento la giovane attrice abruzzese ci ha raccontato le sue emozioni, impressioni e aspettative .

Nel clima dall’ampio respiro internazionale che la Berlinale vuole creare ogni anno, lo Shooting Stars, premio conferito ai 10 migliori giovani talenti europei dell’anno, dal 1998 a oggi ha dato battesimo a grandi nomi quali Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher (al momento anche membro della giuria del Festival), Daniel Craig, Daniel Bruhl e altri ancora. Anno dopo anno lo Shooting Stars acquisisce una rilevanza sempre più significativa nel panorama cinematografico internazionale. Sara Serraiocco è la giovane attrice italiana premiata in questa edizione del Festival. A 25 anni ha già avuto la soddisfazione di ricevere diversi riconoscimenti in Italia, tra cui il Nastro d’argento nel 2014, soprattutto per la sua interpretazione di Rita, una ragazza cieca rapita da un killer mafioso, in Salvo. L’anno scorso aveva partecipato al Festival di Berlino per presentare il film Cloro, ma quest’anno è tornata per un’esperienza del tutto diversa.

Come stai vivendo questo momento così particolare ed importante per la tua carriera e quali sono le tue aspettative?

Sono contenta di essere qui alla Berlinale per la seconda volta, il Festival è un evento che sta prendendo sempre più piede e acquisisce sempre maggiore importanza. Questo premio è stato per me un regalo del tutto inaspettato. Si tratta di un’opportunità unica per conoscere persone che fanno parte dell’industria cinematografica europea in forte espansione.

Hai avuto modo di frequentare le altre 9 shooting stars che sono state premiate con te in questa edizione?

Sì, siamo sempre insieme. Questo premio infatti rappresenta anche l’occasione per conoscere e confrontarsi con altri giovani colleghi stranieri, scambiare le nostre esperienze, parlare dei nostri lavori e di come concepiamo questo mestiere. È un’esperienza che ti fa crescere sia al livello artistico che umano.

Cosa ne pensi dei film in concorso in questa edizione, hai conosciuto registi e artisti stranieri?

Qui alla Berlinale abbiamo un programma serratissimo e purtroppo non abbiamo tempo per vedere i tanti film in programma. In compenso abbiamo avuto una interessante cena con dei registi tedeschi di vario genere, ci hanno detto che l’industria cinematografica locale è un continuo sviluppo.

A tal proposito, ora che hai ricevuto questo prestigioso riconoscimento internazionale, quali sono le tue aspettative per il futuro e quale traguardo in particolare ti piacerebbe raggiungere?

Vorrei continuare a lavorare come attrice, questo è il mio sogno. In Italia non è facile e nemmeno all’estero, perché si tratta comunque di un lavoro precario. Ogni volta ti devi proporre e devi fare casting. Quindi direi che il mio sogno è lavorare sempre meglio e diventare sempre più brava. Mi piacerebbe continuare a lavorare in Italia perché è il mio paese e mi ha dato grandi opportunità, allo stesso modo però mi piacerebbe poter lavorare anche all’estero perché si ha la possibilità di conoscere nuove persone, sperimentare diversi modi di lavorare in un’industria cinematografica più grande.

Tra i tanti impegni che hai in questi giorni a Berlino e in Italia in generale, dove so che stai lavorando ad un film diretto da Giovanni Veronesi, quanto spazio riesci a dedicare alla tua vita privata?

Qui a Berlino sono venuta sola, perché la vita privata preferisco lasciarla a casa. Comunque in questo momento sono più concentrata sulla vita professionale, l’anno scorso ho avuto più tempo da dedicare alla sfera personale, ma ora gli impegni sono aumentati.