Addio Convenzione per le riforme: di modificare la Carta se ne occupi il Parlamento, come previsto dall’art. 138 della Costituzione. Lo dice Silvio Berlusconi, ospite di Mattino Cinque, dove spiega: il dibattito sul presidente della Convenzione per le riforme è “tutto tempo perso” e “io credo che il cambiamento debba essere portato avanti dal Parlamento stesso” per “arrivare nel tempo più breve possibile a un cambiamento vero come oggi è urgente avere”.
Il nome di Silvio Berlusconi come presidente della Convenzione sulle riforme (la bicamerale incaricata di attuare le riforme costituzionali) è circolato nei giorni scorsi, insistentemente e destando più di una polemica, dopo l’autocandidatura del Cavaliere. Polemiche del Pd al quale questo nome non piace. “Dobbiamo trovare una figura in grado di dare garanzie a tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento e temo che il senatore Berlusconi non sia fra questi”, aveva detto Stefano Fassina, viceministro all’Economia.
Oggi invece, lo stesso Silvio, ospite di Mattino Cinque, smentisce di aver mai mirato a presiedere la convenzione per le riforme. E spiega: “ho visto tutte le critiche mosse alla mia persona sull’eventualità della mia presidenza della Convenzione. Ma io l’ho buttata lì, era una battuta, scherzavo arrivando in Senato con i giornalisti”.
“Stavo evidentemente scherzando – insiste l’ex premier – poi quando i giornalisti mi hanno chiesto se io avrei potuto presiedere la Convenzione, ho detto ‘certo, sono il migliore’. Ma scherzi a parte io nel ’94 sono stato il primo a parlare della necessità di riformare la Costituzione e ho le idee chiare”. Non solo, conclude, “abbiamo anche già una proposta di legge depositata in Parlamento”.
Intanto, però, sulla necessità di uno strumento come la ‘Convenzione’ torna il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello che a “La telefonata” di Maurizio Belpietro dichiara: “serve a tre cose: cercare di fare le riforme prima, metterle al riparo da tensioni quotidiane, portare questo clima fuori dal palazzo cercando l’ appoggio di tutti. Non ho alcuna preclusione a prendere anche altre strade, ma bisogna finirla con le polemiche e dare ai cittadini la certezza che questa volta si fa sul serio”.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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