Via libera dall’Aula del Senato al provvedimento sul biotestamento. I sì sono stati 180, 71 i no e 6 astenuti. Il testo diventa legge. Un grande applauso si è levato nell’Aula di Palazzo Madama, mentre davanti a Montecitorio le associazioni Luca Coscioni ed Exit Italia, radunate in attesa, avuta la notizia da Radio radicale sono esplose in un grido liberatorio.
“Grazie innanzitutto ai senatori, grazie ai parlamentari. Quando il parlamento fa le cose bene è una cosa importante, è una risorsa preziosa. Grande risultato ottenuto quindi grazie ai parlamentari che si sono battuti e che hanno lottato per ottenere questo obiettivo, grazie, un nome su tutti, a Piergiorgio Welby e con e dopo lui a tutti coloro che si sono esposti in prima persona, Beppino Englaro, li ricorderemo tutti – spiega Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni – questa legge non sarebbe mai passata senza di loro senza chi con il suo caso ha convinto i cittadini che quello che già vivono nei loro drammi personali e’ questione di tutti e quindi questione politica per eccellenza”. “Grazie per questa bella pagina parlamentare: con questa legge – aggiunge – non è più possibile incriminare un medico che come Mario Riccio abbia ritenuto e ritenga che il proprio dovere sua quello di rispettare la volontà del malato”. Nella prossima legislatura, “siccome il diritto a poter morire senza soffrire in caso di sofferenze insopportabili e malattie irreversibili non può dipendere dal fatto di essere attaccati a una macchina”, “chiediamo e chiederemo a tutti i candidati di qualsiasi partito un impegno per finalmente a mettere in discussione la legge di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni di Radicali italiani e di altri per la legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito in Italia, prossima tappa della nostra battaglia”.
Il premier Paolo Gentiloni ha commentato su twitter il via libera del Senato al biotestamento: “Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”, ha scritto, mentre l’Ufficio Cei non riconosce i principi della Chiesa cattolica nel testo approvato:
“La valutazione non è positiva, non possiamo riconoscerci in questo testo”. Così, all’ANSA, il direttore dell’Ufficio Cei per la Salute, don Massimo Angelelli, sulla legge sul biotestamento, che a suo dire “tutela i medici sollevandoli da ogni responsabilità, tutela le strutture sanitarie pubbliche, tenta di ridurre la medicina difensiva spostando sul malato l’onere della responsabilità delle scelte, ma sembra poco efficace nella tutela dei sofferenti. Sono molte le incertezze nella applicabilità di questa legge”.
La nuova legge, il testo punto per punto.
Le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) sono la principale novità della legge sul testamento biologico appena approvata in via definitiva dal Senato (il 20 aprile scorso era arrivato il sì della Camera). Cinque gli articoli della legge. Ecco le novità punto per punto:
IL CONSENSO INFORMATO – L’articolo 1 prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene ‘promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato’ e ‘nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari’.
I MINORI – Per quanto riguarda i minori ‘il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore’.
LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO – L’articolo 3 prevede che ‘ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonchè il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali’. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e ‘in conseguenza di ciò – si afferma – e’ esente da responsabilità civile o penale’. Sempre questo articolo stabilisce le modalità di espressione della propria volontà: ‘Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione’. In caso di emergenza o di urgenza, precisa inoltre il ddl, ‘la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni’.
PIANIFICAZIONE DELLE CURE – ‘Nella relazione tra medico e paziente – si legge nell’articolo 4 – rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico e’ tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità’.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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