Un passato come funzionario del ministero del Bilancio, direttore generale in quello del Lavoro, docente universitario, stretto collaboratore di Federico Caffè e tra i più autorevoli economisti italiani a livello internazionale (tanto che negli anni Ottanta venne definito “l’oscuro funzionario che fece paura a Helmut Kohl”, Nino Galloni è uno dei maggiori esperti di monete complementari, bitcoin e criptovalute.
Professor Galloni, come valuta in prospettiva il recente crollo che si è verificato nel settore dei bitcoin e delle cripto valute?
Innanzitutto dobbiamo partire dall’assunto che i bitcoin e le criptovalute in genere si comportano come titoli di borsa quindi, a fronte di una richiesta elevata, si registra un aumento di prezzo e, al contrario, una sua diminuzione con una riduzione della domanda. Ci sono criptovalute che non hanno un aggancio con la realtà e quindi sono caratterizzate da un aspetto puramente speculativo mentre altre, di più recente generazione, sono costituite da una parte economica reale, ovvero legata all’erogazione di servizi.
In assenza di una sovranità monetaria statale, aggravata da una mancata rivisitazione del sistema bancario, che dovrebbe essere basato sull’erogazione di credito puramente produttivo e sulla necessaria tracciabilità dei prestiti, abbiamo bisogno di confrontarci con una moneta fiduciaria endogena che supplisca, anche se non in maniera eclatante, alla produzione di servizi ed allo scopo mutualistico e solidale, in attesa del ripristino di un sistema profondamente minato dalla latente sovranità economica statale.
Lei dunque vede il bitcoin come una nuova forma di economia possibile o come fattore meramente speculativo?
La cripto valuta ed il bitcoin in particolare nasce per i grandi limiti e difetti di un sistema finanziario che, soprattutto dopo il 2008, ha assistito passivamente all’emissione incontrollata di moneta da parte del sistema centrale con un eccesso sui mercati finanziari a fronte di una grave scarsità di liquidi nell’economia reale.
Questa situazione ha fatto sì che i risparmiatori avessero nei loro portafogli dei bitcoin acquisiti inizialmente come forma di scommessa i quali, con un piccolo investimento iniziale dai 10 ai 100 dollari, si sono ritrovati una fortuna.
Il dilemma consiste ora nell’incognita di come questi soldi virtuali possano essere spesi nel sistema reale, visto che l’andamento è quello tipico di un titolo di borsa che sale con l’aumentare della richiesta e viceversa.
L’altro aspetto da tenere presente è che il bitcoin è molto utile a coloro che vogliono sfuggire ai controlli e alla tracciabilità dei capitali, tanto è vero che esiste un sistema internet molto difficile da raggiungere perché gravato da numerosi algoritmi, studiati appositamente per eludere controlli statali e per agevolare mercati illegali come il traffico di armi o la prostituzione.
La recente chiusura della Corea è stata determinata da questi fattori?
Certamente, ma deve essere vista anche sotto altri aspetti: primo il fatto che la Corea può vantare un grande mercato ed inoltre che si stanno creando le condizioni per un riavvicinamento con il Nord.
Questo naturalmente aprirebbe un discorso diverso con la Cina, altro paese che sui bitcoin è sempre stato molto prudente. Detto ciò si tratta di una mossa che va letta sicuramente in termini più squisitamente geopolitici.
Come procede la prevista sperimentazione lanciata a luglio di una moneta complementare nel terzo municipio di Roma?
Il gruppo di lavoro è stato creato e sta studiando i termini per la prevista sperimentazione che sono stati inevitabilmente ritardati dalla sostituzione dell’assessore competente.
Invece in regioni come la Sardegna dove è stato istituito il Sardex, moneta complementare, come giudica il fenomeno?
Il giudizio iniziale non può che essere positivo visto che piccole parti di spese comunali o di economia cittadina sono tradotte con questo strumento che quindi viene vissuto come un mezzo per migliorare la fluidità di contante. In realtà la mancanza di moneta c’è sempre stata nel sistema, prima veniva risolta con le cambiali o con una stretta di mano, oggi potrebbe essere superata proprio con la moneta fiduciaria endogena in grado di creare la liquidità necessaria a portare avanti processi produttivi.
Questa sua filosofia come si colloca all’interno del Coemm il Comitato Organizzatore Etico per un Mondo Migliore?
La teorizzazione di una moneta fiduciaria endogena è utile dal punto di vista prettamente pratico e risolutivo di problematiche quotidiane, visto che le persone vedono un netto miglioramento delle loro condizioni di vita, dalla spesa ai semplici acquisti giornalieri.
Il progetto dunque si affianca alle altre priorità del movimento, a partire da progetti di imminente presentazione: uno fra tutti riguarda l’ambito della moda che, nelle previsioni, consentirà di ridurre drasticamente il prezzo delle produzioni sartoriali rendendole più popolari e accessibili alla maggioranza della popolazione.
Simona Tenentini
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