È boom di richieste di accesso al fondo di garanzia per la casa. Lo rende noto l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, che, in una nota, quantifica in 27,7 milioni di euro i nuovi mutui erogati a febbraio 2015, primo mese di operatività di questo sistema.
L’Abi sottolinea che “il Fondo rappresenta un’ulteriore spinta allo sviluppo del mercato dei mutui che già registra una fase di grande rilancio, con un’impennata relativa a tutto il 2014 del 32,5% rispetto al 2013 e un ammontare complessivo di circa 25,3 miliardi di euro”.
L’obiettivo del Fondo, contro garantito dallo Stato per il 50% finalizzato all’erogazione di mutui o per l’adeguamento energetico delle prime case, è quello di “favorire l’accesso al credito” per le “giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, nonché di giovani con età inferiore a 35 anni” con una dotazione di risorse che ammonta a “600 milioni di euro che potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro”.
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha parlato, a margine della presentazione del Festival della cultura creativa, di “segnali di nuova germinazione che fanno sperare che questa sia la volta buona per voltare pagina”.
Segnali tra i quali, sostiene Patuelli, ci sono anche “incrementi del credito al consumo e di prestiti alle imprese”.
E proprio per quanto riguarda il credito, la Cgia di Mestre ha fotografato la “tanto sospirata inversione di tendenza”, almeno al nordest.
Dopo un 2012 e un 2013 durante i quali “le banche avevano lasciato a “secco” sia le famiglie sia le imprese”, per l’organizzazione il 2014 è stato l’anno della svolta, perlomeno in quattro provincie: Verona (+0,1%), Udine (+0,4%), Trento (+0,9%) e Bolzano (+1,1%). Il dato eclatante è il volume di risorse ricevute dalle imprese e famiglie del Nordest: “206,9 miliardi di euro”. In termini assoluti, la provincia che ha beneficiato del maggior numero di finanziamenti è stata Verona, con 28,6 miliardi di euro.
“In questo ultimo anno abbiamo riscontrato qualche segnale positivo e questo va salutato con grande soddisfazione – ha dichiarato il segretario dell’associazione Giuseppe Bortolussi – Detto ciò, la situazione venutasi a registrare a Pordenone, a Belluno e a Treviso, con contrazioni che oscillano tra il 2,2 e il 2,5 per cento, ci dicono che la stretta creditizia ha continuato ad allargarsi”.
L’auspicio, anche in questo caso, è che il Quantitative Easing promosso dalla Bce inserisca liquidità nel sistema e, quindi, nell’economia reale concretizzando l’inversione del trend fotografata nelle 4 città del settentrione.
La necessità di garantire l’accesso al credito, mantenendo quindi i livelli di finanziamento per famiglie e, soprattutto, imprese, rimane uno dei primi punti dell’agenda economica del Governo. Sarebbero infatti in arrivo nuove misure per potenziare il fondo centrale di garanzia per le Pmi, nato per garantire i crediti concessi dalle banche alle imprese.
Ieri, durante i lavori congiunti delle commissioni Finanze e attività produttive alla Camera sul DL 3/2015, è stata proposta l’introduzione di un articolo che stabilisce “il diritto alla restituzione nei confronti del beneficiario finale e dei terzi prestatori di garanzie delle somme liquidate a titolo di perdite dal Fondo di garanzia” costituendo “credito privilegiato” che “prevale su ogni altro diritto di prelazione da qualsiasi causa derivante ad eccezione del privilegio per spese di giustizia” e sono fatti salvi i “precedenti diritti di prelazione spettanti a terzi”.
“La costituzione e l’efficacia del privilegio – si legge nel testo proposto – non sono subordinate al consenso delle parti, né a forme di pubblicità. Al recupero del predetto credito si procede mediante l’iscrizione a ruolo”.
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