Continuano le giornate positive per le borse europee. Dopo un inizio settimana da dimenticare, con miliardi di euro bruciati in poche ore, il Ftse Mib, che già ieri aveva chiuso con percentuali importanti, anche oggi ha fatto registrare segni positivi. Alla chiusura, il principale indice italiano ha fatto guadagnare 1,63%, dopo aver toccato anche quota +3%.
Il rallentamento è da addebitare alle sospensioni di alcubi titoli che hanno affossato il finale di giornata. Tra questi Mps, Siapem e Banco Popolare.
Sono andati bene anche gli altri listini del vecchio continente, che risentono delle contrattazioni positive chiuse a Tokyo: Parigi è in rialzo al 3,1%, Londra sale del 2,26% e Francoforte dell’1,99%. Bene anche NewYork, che risente del recupero del greggio, risalito sopra i 31 dollari a barile.
La fiducia per un prossimo intervento da Francoforte è dunque alta, ma alimenta anche la preoccupazione di ripetere quanto si è visto a dicembre, quando le misure annunciate da Draghi delusero i mercati che avevano sovra-alimentato le loro aspettative.
Insomma, tutti i mercati risentono ancora degli effetti positivi delle parole di Mario Draghi, che ieri ha dato rassicurazioni sia circa le intenzioni della Bce di continuare il Quantitative Easing, sia circa la solidità del sistema bancario italiano e del fatto che i crediti deteriorati in pancia agli istituti della penisola siano in linea con quelli delle banche europee.
“Dico ai banchieri che è il momento di fare le cose presto e bene, di correre, sfruttare le occasioni del mercato per il consolidamento”, ha dichiarato il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5.
Renzi ha anche ricordato che “un anno fa abbiamo fatto un decreto sulle banche popolari e abbiamo detto ‘mandiamole in borsa, basta tra gli intrecci di banchieri di provincia, quotiamole, vediamo chi finalmente è in condizione di stare sul mercato’. Questo lavoro sta portando a un risiko, a un’aggregazione, proprio in queste settimane, che farà del bene all’Italia e al sistema del credito”.
Il premier ha tenuto anche a sottolineare che le banche italiane sono “molto più solide di quello che gli investitori internazionali hanno avuto modo di verificare negli ultimi giorni”.
“Ci sono alcune banche – ha precisato ancora – che, un pò perché hanno dei crediti in sofferenza, un pò perché non hanno fatto tutto quello che serviva, hanno ancora bisogno di investire sul futuro, di crescere un pò e questo sta avvenendo e accadrà”.
Il sistema è complessivamente solido, ha aggiunto, e ai critici che riportano della ”vicenda delle quattro banche fallite e salvate” replica “attenzione: nessun correntista ha perso alcunché e questo è importante. Ci sono stati, secondo me, dei casi di truffa e quelli che sono stati truffati riavranno i loro soldi, rispetto alle obbligazioni subordinate e al resto. Inoltre, ci sono delle speculazioni andate male, punto”.
“Però basta – ha proseguito – con questo atteggiamento per cui le banche italiane non sono forti. Banca Intesa SanPaolo vale il doppio di Deutsche Bank, e considerate che i tedeschi ci hanno messo pure 247 miliardi di soldi pubblici quando si poteva fare, l’Italia non ha messo niente. Anche in questo caso non viviamo nella convinzione che l’erba del vicino è sempre più verde”.
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