Quasi meno 5% ieri, oltre il 3% oggi. Avvicinandosi alla chiusura Piazza Affari torna sui minimi di giornata, in un clima molto instabile: l’indice Ftse Mib cede il 3% dopo diverse sospensioni di titoli bancari. La corrente di vendite del finale di seduta affossa anche Madrid, mentre i titoli di Stato non registrano particolari tensioni.
Dopo il lunedì nero che ha fatto bruciare 310 miliari di euro di capitalizzazione ed ha fatto tornare la paura per lo spread, questo martedì è stata una giornata di saliscendi da vertigini, iniziata male con il crollo di Tokyo e proseguita con i listini sulle montagne russe. A pochi minuti dalla chiusura la Borsa perde oltre il 3%, con qualche titolo ben comprato (Telecom Italia, Luxottica e Campari) e i bancari di nuovo sotto attacco. A soffrire sono soprattutto le popolari, con Bpm, Ubi e Banco Popolare che lasciano sul terreno oltre il 5 per cento. Non va meglio nelle altre piazze europee: Madrid cede il 2%, Parigi l’1,5 per cento. Atene chiude a – 2,8%. Proseguono le tensioni sui titoli di Stato italiani: lo spread in risalita viaggia a quota 155 punti base.
Tonfo a Tokyo – La Borsa di Tokyo termina gli scambi con un tonfo del 5,4%, bruciando 918,86 punti, fino a quota 16.085,44: l’indice Nikkei, che ha segnato una perdita intraday di quasi 1.000 punti (la peggiore da maggio 2013), sconta il crollo di Wall Street e il brusco apprezzamento dello yen sul dollaro, superiore al 2%.
Spread apre in rialzo sopra i 150 punti – Lo spread tra Btp e Bund apre ancora in rialzo superando i 150 punti (154,2) portandosi sui livelli dell’estate 2015 con un rendimento all’1,74%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli e il decennale tedesco si porta oltre 160 punti (161) con un tasso all’1,8%. Ieri lo spread aveva chiuso a 146 punti dopo un’apertura a 123.
A pesare è anche il crollo della produzione industriale in Germania – La produzione industriale tedesca a dicembre è scesa inaspettatamente per il secondo mese consecutivo dell’1,2% su novembre. Le stime indicavano un possibile incremento dello 0,5%. Germania che vede comunque un boom dell’export. L’export tedesco ha segnato un nuovo record nel 2015, segnando un aumento del 6,4% rispetto al 2014. Complessivamente, lo scorso anno la Germania ha esportato merce per un valore di 1.195,8 miliardi di euro. La merce importata ammonta a 948 miliardi (+4,2%). I dati, divulgati dall’ufficio di statistica generale Destatis, mostrano pero’ una flessione dell’1,6% a dicembre rispetto al mese precedente.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy