I deputati al Congresso Michael McCaul, presidente della Sicurezza Nazionale, e Peter King, membro del direttivo, hanno scritto una lettera denunciando “il buco della sicurezza” nella tragedia di Boston.
Accusano l’FBI, che per la quinta volta dall’undici settembre, non avrebbe vigilato a dovere sulla presenza di un terrorista in territorio americano di cui, per giunta, avevano ricevuto una segnalazione internazionale da un paese amico quale la Russia.
I Servizi di intelligence americani lamentano una scarsa collaborazione con il governo di Putin in questo decennio. Ma il portavoce della Casa Bianca, Jan Carney, ha difeso l’operato delll’FBI e ha assicurato che l’agenzia “ Ha investigato con attenzione, senza trovare nulla che facesse presagire a un attacco terroristico sul suolo americano, nè straniero.”
Sabato il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Barack Obama. Secondo fonti accreditate del Cremlino, “le due parti sono concordi nell’aumentare il coordinamento tra l’intelligence russa e statunitense contro il terrorismo internazionale”. I fatti sono questi: verso la fine del 2010, l’FBI fu allertata dai servizi russi sugli incontri che Tamerlan Tsarnaev preparava in Daghestan e Cecenia per entrare in contatto con estremisti islamici. Nel 2011 agenti europei interrogarono il sospettato per ben 3 volte, ma qualche mese più tardi, il giovane estremista era già negli Stati Uniti. Per quasi 6 mesi nessuno si rese conto di nulla. Il motivo di questa svista della sicurezza è da attribuire in quasi totalità alla sfortuna. Infatti la compagnia di volo al momento dell’imbarco del giovane, trascrisse male il nome del passeggero. Questo determinò la mancata attivazione del protocollo di sicurezza, che normalmente si attiva in questi casi, rilevando automaticamente i nominativi presenti nella “TECS”, sostanzialmente una “black list”, che permette l’apertura di un fascicolo e da il via a delle indagini preliminari. Il governo degli Stati Uniti controlla i passeggeri dei voli in arrivo e in partenza, ma non la trascrizione esatta dei nomi. Anche se l’eventuale allerta non avrebbe messo subito alle strette Tamerlan, avrebbe permesso alle autorità USA di notare sin da subito le stranezze e gli indizi che lasciavano presagire quanto sarebbe poi accaduto. Non sarebbero passati inosservati i video sulla Jihad postati su Youtube o il fatto che persino nella sua moschea era considerato un credente fin troppo radicale.
Come tutti sappiamo, Tarmelan il fratello 26enne più grande, è morto venerdì. Il fratello sopravvissuto, Dzhojar, è accusato per l’attentato alla maratona di Boston. E’ ancora ricoverato e intubato, ma sta lentamente Iniziando a collaborare con la polizia per fare luce su tutta questa storia che, in mondovisione, ha colpito persone innocenti durante la partecipazione alla maratona più antica del mondo dopo quella di Atene.
E.S.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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