Il logo di Brasile 2014
Finalmente si gioca! Polemiche, disordini, scioperi lasceranno, almeno per 90 minuti, la parola al rettangolo di gioco. Stasera alle 22, ora italiana, all’Arena Corinthians di Sao Paulo, Brasile e Croazia daranno il calcio d’inizio alla XX edizione dei Campionati Mondiali di calcio.
La nostra nazionale, invece, esordirà a cavallo tra sabato e domenica, a Manaus, contro l’Inghilterra.
Oramai ci siamo e, quindi, a poche ore dal fischio d’avvio del signor Nishimura, l’arbitro giapponese che dirigerà Brasile-Croazia, proviamo a formulare qualche pronostico.
L’Argentina
In un’ipotetica griglia in stile F1, metteremmo in prima fila Argentina e Germania. La “albiceleste”, dopo la vittoria a Mexico ’86 e la finale persa a Italia ’90, ha inanellato una serie di ben 5 Mondiali disputati con i galloni se non della favorita, quasi. Aspettative andate sempre deluse a dispetto di un potenziale tecnico, soprattutto offensivo, di prim’ordine. Anche stavolta, gli eredi di Maradona potranno vantare nel reparto avanzato un concentrato di classe, esperienza, velocità e cattiveria agonistica senza pari. Messi, Higuaìn, Palacio, Aguero, Lavezzi. Di rinforzo, anche se convocato come centrocampista, Di Marìa. L’uomo decisivo nell’ultima finale di Champions. Messi è l’uomo copertina e, data l’età (27 anni il 24 giugno) e le precedenti esperienze non proprio esaltanti in Germania 2006 e Sudafrica 2010, questa è la sua occasione per colmare l’unico vuoto in una bacheca personale dove compare davvero di tutto. Ma con la maglia del Barça. Mai convincente fino in fondo con la “Selecciòn”. E un Mondiale nel cassetto sarebbe un ottimo argomento per quei suoi sostenitori che non reputano affatto irriverente l’accostamento della “pulga” a Don Diego. Se non ora quando, verrebbe da dire, quindi. In realtà, il fuoriclasse del Barcellona si avvicina a questo Mondiale come peggio non potrebbe. Problemi con il fisco spagnolo, stagione in tono minore per il suo club di appartenenza, condizioni fisiche mai così incerte, con misteriosi conati di vomito accusati già in sette occasioni negli ultimi mesi. E senza che i medici abbhiano ancora capito il perchè. Ma il paradosso è che quest’Argentina, anche se con un Messi ai minimi termini e nonostante la cervellotica esclusione di Tevez, autore di una stagione “monstre” con la Juve, rimane di gran lunga la squadra con l’attacco più forte dell’intera rassegna. Rispetto alle precedenti, sfortunate, spedizioni iridate, l’“albiceleste” può vantare anche un allenatore “vero” sulla panchina: Alejandro Sabella, una Libertadores e un’Apertura alla guida di un Estudiantes cui ben pochi davano credito. Rispetto alle conduzioni tecniche dei vari Passarella, Bielsa e Maradona un salto di qualità. Da non sottovalutare la tradizione che vuole un Mondiale in Sudamerica sempre tabù per le rappresentanti del Vecchio Continente. Resta l’incognita di una difesa non proprio imperforabile e di un ruolo di portiere che fatica a trovare un interprete di valore internazionale dall’epoca di Fillol.
Miroslav Klose
La Germania, invece, farà leva sul blocco della squadra complessivamente più forte dell’ultimo biennio, il Bayern Monaco. E’ vero, in questo Mondiale degli “acciaccati eccellenti” mancheranno Gomez e Reus. E non è poco. Ma il gruppo c’è ed è solido. Come lo è la tradizione. Salvo poche occasioni, la Germania è una di quelle squadre che, come si dice in gergo, “arriva”. Questa “nationalmannschaft”, però, non ha solo regolarità. Ma qualità. Da vendere. E un collettivo collaudato. Il gruppo storico nasce con l’under21 campione d’Europa nel 2009, felicemente mixata con il gruppo dei nazionali vicecampioni d’Europa nel 2008 tra i “grandi”. L’ottimo terzo posto al mondiale sudafricano del 2010 e un Europeo 2012 dove solo un SuperMario d’annata riuscì a fermare i “panzer” dicono molto. Neuer è un gran portiere, Mertesacker, Hummels e Lahm, che Loew riporterà sulla linea difensiva, compongono un reparto di assoluta affidabilità. A centrocampo c’è poi l’imbarazzo della scelta: Mueller, Kroos, Schweinsteiger, Oezil, Scheurrle, Draxler, Goetze, Podolski. Ben tre di loro dovranno accomodarsi in panchina. Davanti, è vero, c’è solo il buon vecchio “Kaiser” Klose ma con incursori come quelli convocati per il reparto mediano potrebbe bastare e avanzare. Inoltre, a stimolare il centravanti della Lazio c’è il record di 15 reti segnate nelle varie rassegne iridate da Ronaldo. Miro è a quota 14… con il record di segnature in maglia bianca già strappato ad un certo Gerd Mueller.
La Spagna campione del mondo 2010
In seconda fila, il Brasile. I padroni di casa sono considerati da molti i favoriti. Lo sono per i bookmakers, per parecchi addetti ai lavori, ovviamente per il pubblico di casa e…per la tartaruga Cabeçao, erede del polpo Paul che in Sudafrica non sbagliò un colpo. A nostro avviso, non basterà. La squadra è buona ma non trascendentale, anzi. Molto dipenderà da come i verdeoro sapranno gestire l’enorme pressione che li accompagneranno per tutto il torneo. Il gruppo è quello che Scolari ha costruito in occasione dell’ultima, vittoriosa Confederations Cup. E l’11 titolare il medesimo. Del resto, Felipao (che un Mondiale l’ha già vinto nel 2002) non sarà un raffinato stratega ma ha le idee chiare: gestisce la “seleçao” come fosse un club e va avanti con quegli uomini, tetragono a qualsiasi diversa indicazione fornita dai vari campionati in cui militano i tanti brasiliani sparsi nel mondo. La qualità complessiva è, però, quella che è. Per carità, tecnicamente, i brasiliani sono tutti molto dotati ma se avete in mente precedenti spedizioni iridate dei “canarini”, beh dimenticatele. A parte il talento cristallino di Neymar (comunque non del tutto convincente alla sua prima esperienza europea), si tratta di una squadra che forse definire operaia sarebbe eccessivo ma certamente molto pratica e fisica, sì. Una squadra molto “europea”. Specchio fedele del suo tecnico, assurto agli onori della cronaca quando guidava il Gremio Porto Alegre da lui condotto alla vittoria della Libertadores nel ’95 e del Brasileirao nel ’96 con un gruppo di tenaci combattenti ma non certo di virtuosi. Non ci sarà la fantasia e l’imprevedibilità del trio delle meraviglie Ronaldinho-Rivaldo-Ronaldo con cui Scolari si era laureato “pentacampeao” nel 2002. Il precedente della Confederations vinta lo scorso anno fa testo fino ad un certo punto. Lì erano cinque partite. E con molte grandi assenti (Argentina e Germania su tutte). Qui ci saranno tutte le big e le partite da affrontare ben sette. E con un carico di aspettative ben diverso. Servirebbe un Brasile perfetto dall’inizio alla fine. E non è detto che basterebbe.
Luiz Felipe Scolari
A fianco del Brasile ci vediamo, noblesse oblige, la Spagna. I campioni in carica, tecnicamente, sono ancora una spanna abbondante sopra tutti. E non inganni il prematuro de profundis intonato nei confronti del tiki taka. Il problema non è il sistema di gioco. Ma i suoi interpreti. Il vero rebus è come Del Bosque riuscirà a motivare e a rivitalizzare il blocco dei giocatori blaugrana reduce da una stagione molto al di sotto delle aspettative , apparsi un pò logori e con la pancia piena. Perchè è vero che quest’ano la Spagna ha dominato come non mai a livello di club ma l’apporto di Real, Atlètico e Siviglia alla “roja” è relativo. I titolari restano quasi tutti barcellonisti. L’esperto tecnico iberico lo sa bene e ha fatto di tutto per bruciare la concorrenza brasiliana sull’impiego di Diego Costa e poi per recuperare l’ariete di Simeone dopo i ripetuti infortuni muscolari che ne hanno pesantemente condizionato il finale di stagione, finale di Champions compresa. Costa al centro dell’attacco, però, vuol dire anche un tentativo, neanche troppo velato, di cambiar pelle da un punto di vista tattico dopo aver vinto tutto a suon di “falsi nueve”. E non è detto che l’esperimento di un calcio più diretto e verticale abbia successo. Forse l’ottimo Llorente visto alla Juve avrebbe fatto comodo.
Mario Balotelli mostra i muscoli ai tedeschi a Euro 2012
In terza fila ci potrebbe essere proprio l’Italia, come ragionevolmente indicato da Buffon dopo la vittoria-qualificazione contro la Rep. Ceca di settembre scorso. Il girone è duro. Le condizioni ambientali anche. Ma entrambi i fattori saranno tali anche per Inghilterra e Uruguay. Anche se preoccupa un pò la nostra cattiva tradizione contro le sudamericane (contro le tre grandi tradizionali, Brasile, Argentina e Uruguay, non vinciamo dall’epoca di Italia ’90…). Ma si può passare il girone perchè no anche al primo posto. Il che garantirebbe un ottavo abbordabile, anche se non semplicissimo, contro la seconda del gruppo C, ossia Costa d’Avorio, Giappone o Grecia, posto che la Colombia è la favorita per il 1° posto. Facendo tesoro, però, delle immani sofferenze patite lo scorso anno in Confederations proprio contro i velocissimi e intraprendenti nipponici di Zaccheroni. Lo spartiacque del nostro Mondiale potrebbe essere, dunque, il quarto di finale, probabilmente con la Spagna, diventata la nostra “bestia nera” nelle ultime competizioni (Euro 2008 e 2012, Confederations 2013). Ma contro le “furie rosse” hanno chinato il capo in molti negli ultimi sei anni. Fermarsi lì non sarebbe una vergogna. E, comunque, non partiremmo battuti in partenza. Del resto, con l’eccezione della finale dell’ultimo Europeo in cui non ci fu storia (4-0 per la Spagna), li abbiamo sempre messi alla frusta imponendogli tre pareggi. Tra noi e loro solo i maledetti 11 metri nelle due occasioni in cui era in ballo un passaggio del turno. Uscire prima dei quarti sarebbe una delusione, andare oltre un’impresa. Non impossibile. Stare tra le prime otto, la nostra dimensione più aderente all’effettivo valore della nostra squadra. La colonna vertebrale della nazionale è eccellente: Buffon, Barzagli, Chiellini, De Rossi, Pirlo, Balotelli. Non sono in molti a vantare un’intelaiatura così solida e competitiva. Per questo sarà fondamentale recuperare il miglior Barzagli , tormentato da persistenti problemi muscolari al polpaccio. E far ritrovare la serenità perduta a Balotelli. Se torna SuperMario si può sognare. Senza mancare di rispetto all’eccellente stato di forma palesato da Immobile e Insigne. Con loro si punterebbe sul rendimento sicuro. Ma per provare a fare qualcosa di grande occorre rischiare. E puntare sul giocatore in grado di spostare davvero gli equilibri. Anche sul piano fisico, oltre che tecnico. A costo di brutte figure. Metterlo in discussione prima ancora di dargli una chance, vista la tenuta nervosa non esattamente a prova di bomba del ragazzo, equivarrebbe a bruciarlo. Tutto da verificare l’esperimento del doppio play con Pirlo-Verratti (rilanciato dal brutto infortunio di Montolivo) e l’inedito modulo 4-1-4-1. la soluzione con le due punte (Balotelli-Cassano) convince di più ma non è detto che sia un elemento decisivo. Basta non toccare la colonna vertebrale.
Al nostro fianco potrebbero trovare posto molte squadre: le sorprese annunciate Belgio e Colombia (pur priva di Radamel Falcao) alle quali non manca certo il talento individuale, ma su cui pesano la mancanza di esperienza ad altissimo livello e dubbi sull’effettiva chimica di squadra. Senza dimenticare l’Olanda (pur priva di Strootman e Van der Vaart), vicecampione del mondo in carica; la Francia (pur priva di Ribèry); l’Uruguay (molto dipenderà da come tornerà Suàrez) la cui difesa è, però, lenta e il centrocampo poco qualitativo; il Portogallo se lo straripante CR7 di quest’anno avrà recuperato dalla tendinopatia al ginocchio. Occhio anche alla Svizzera, infarcita di giocatori del nostro campionato.
Mai come in quest’occasione, e i tanti assenti eccellenti causa infortunio stanno lì a dimostrarlo, sarà determinante la condizione atletica. Per vincere con queste temperature e quest’umidità ci vorrà davvero un “fisico bestiale”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy