Il Brasile cambia aria, vira a destra. Jair Bolsonaro ,leader del partito estrema destra, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali con il 46,27% di voti su un 98,75% dei voti scrutinati. Nel secondo turno, previsto per il 28 ottobre, Bolsonaro dovrà affrontare Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (Pt), che ha ottenuto il 28,95%.
Jair Bolsonaro ha dunque sfiorato il 50% dei voti staccando il suo avversario quasi di 20 punti. Tra tre settimane affronterà l’erede di Lula da Silva, Fernando Haddad. Vittoria, quella di Bolsonaro, che ha superato le aspettative della vigilia, i sondaggi gli attribuivano infatti poco più del 40% dei voti. La fortuna elettorale di Bolsonaro ha contagiato anche altri candidati alle elezioni generali e governatori che gli hanno assicurato il loro appoggio.
Ma come mai la maggior parte dei brasiliani ha cambiato idea per la guida del Paese? Il problema secondo gli analisti politici starebbe nel tradimento che i brasiliani più poveri hanno provato a causa delle promesse infrante da Lula, ex presidente del Brasile che sta scontando una pena di 12 anni, in quanto, ritenuto colpevole di corruzione dopo aver accettatoda importanti gruppi industriali tangenti del valore di 3,7 milioni di reais. La situazione economica già critica in cui la popolazione versava ha avuto un tracollo durante queste ultime votazioni. Il lavoro sempre più precario e un bilancio da incubo per molte famiglie e oltre la totale sfiducia nei confornti della classe dirigente precedente ha portato il popolo brasiliano a votare di pancia, ribaltando le aspettative. A giocare in favore di Bolsonaro ha contribuito sicuramente anche l’attentato subito da parte di un sostenitore di Lula.
Tra gli altri dati che risultano da queste elezioni troviamo Romeu Zena, del Partido Novo, che con il 41% dei voti ha creato la sorpresa nella corsa per la poltrona di governatore di Minas Gerais, eliminando dal ballottaggio il governatore uscente del Partito dei Lavoratori (Pt), Fernando Pimental (22%).
Dai primi risultati si vedono confermate anche altre tendenze rivelate da sondaggi precedenti: Ciro Gomes (centrosinistra) è rimasto bloccato al 12% e gli altri candidati principali, come Geraldo Alckmin (centrodestra) e Marina Silva (ambientalista) sono crollati al di sotto del 10%. Risultato a sorpresa anche a Rio de Janeiro, dove Wilson Witzel – ex magistrato del Partito Social Cristiano (Psc) che appoggia Bolsonaro a livello nazionale – è in testa nell’elezione per l’incarico di governatore con poco meno del 40% dei voti, quando fino a ieri i sondaggi lo davano al quarto posto, con appena il 12%.
Il Parttito dei lavoratori resiste però nel suo tradizionale feudo del Nordest del Brasile: nei nove stati che riuniscono alcune delle regioni più povere del paese, Haddad è in testa con risultati che raggiungono anche il 60%, e i candidati del Pt e dei partiti alleati vedono assicurate le loro poltrone di governatori. Cocente delusione per il partito di Lula, invece, nel Minas Gerais, nel sudest del paese, dove l’ex presidente Dilma Rousseff sarebbe arrivata al quarto posto – secondo gli exit poll – e dunque non occuperebbe nessuno dei due seggi del Senato in gioco nello stato.
Intanto dall’Italia arriva l’appoggio del ministro dell’Interno Matteo Salvini che via Twitter e Facebook scrive: “Anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova! #goBolsonarogo”.
G.C.
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