Il divorzio di Londra da Bruxelles è stato decretato da un milione circa di voti – 17.410.742 per il ‘leave’ contro i 16.141.241 per il ‘remain’ – . Scozia, Irlanda del Nord Londra, ma soprattutto i giovani hanno scelto di restare nell’Unione europea, mentre Galles e il resto d’Inghilterra di uscirne.
Una situazione quasi paradossale, quella che emerge dal sondaggio finale di YouGov, secondo cui sono stati proprio i più anziani a votare in favore della Brexit. Una frattura generazionale, perché a scegliere il futuro dei più giovani che vivranno le conseguenze del voto per una media di 69 anni, a fronte dei 16 per gli ultra sessantenni. I dati parlano chiaro: sul totale dei votanti il 75 per cento dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni si è espresso contro la Brexit, così come il 54 per cento delle persone con un’età compresa tra i 25 e i 49 anni, mentre quelli destinati a vivere meno hanno votato in massa (il 61 per cento) per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Altro gap riguarda il livello d’istruzione: maggiore la percentuale di coloro che hanno scelto il ‘remain’ tra i laureati: stando al sondaggio preliminare di YouGov – diffuso alla chiusura dei seggi e bastato su 4.772 adulti intervistati – il 71 per cento delle persone con una laurea avrebbe votato contro la Brexit (e soltanto il 29 per cento a favore). La situazione si capovolgerebbe prendendo in considerazione coloro che hanno titoli di studio inferiori: in questo caso il 55 per cento dei votanti aveva dichiarato di volere uscire dall’Unione europea e il 45 per cento di rimanere.
Ora che si appalesa per la Gran Bretagna un lungo calvario, per uscire dalla UE, che potrebbe durare da 2 a 10 anni, un problema ulteriore potrebè essere anche quello di trovarsi davanti ad un nuovo referendum sull’indipendenza scozzese dopo che quello del 2014 aveva sancito il legame con il Regno Unito. La prima ministra sella Scozia Nicola Sturgeon ha dichiarato infatti che il voto «chiarisce come la gente della Scozia veda il proprio futuro come parte dell’Unione europea».
Le parole di Papa Francesco dalla cattedrale armeno-apostolica e Etchmiadzin, sull’esito del referendum britannico sono gravi ma lasciano spazio ad una riflessione propositiva: «È stata la volontà espressa dal popolo. Questo richiede a tutti noi una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il continente europeo. Questo mi aspetto», Vladimir Putin commenta così l’esito del referendum: “Il risultato del referendum britannico mostra il malcontento per lo stato della sicurezza e la mancanza di appetito per sovvenzionare altre economie”. Avrà senz’altro conseguenze per il mondo e per la Russia”. Ancora più incisivo quanto ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: “L’establishment politico britannico, comportandosi da lobbisti scatenati della politica delle sanzioni anti russe nella Ue, ha portato gli europei a un fiasco e adesso vuole scaricare la responsabilità dicendo ‘la cena è andata bene, noi andiamo, e il conto sarà pagato degli europei'”.
Nel mentre il 64% dei francesi si dice contrario ad una ipotetica uscita della Francia dall’Unione europea: il dato emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Odoxa per iTélé e Paris Match. Favorevole al ‘Frexit’ invocato dalla leader del Front National, Marine Le Pen, sono invece il 35% dei cugini d’Oltralpe.
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