Domani sarà l’“Independence Day” del Regno Unito. È l’ultimo affondo di Nigel Farage prima del referendum sul Brexit. Domani, votando Leave o Remain, gli elettori britannici sceglieranno se restare nell’Unione europea o uscirne.
Da Londra, dove ha chiuso la sua campagna per il Leave, il leader dell’UKIP ha accusato la UE di essere un “cartello del grande business” colpevole di soffocare la ripresa dell’economia di Londra. Secondo Farage, il destino dell’Unione è segnato: “Anche se noi scegliamo Remain, saranno la Danimarca o l’Olanda che voteranno per uscire”.
Il premier David Cameron, leader dello schieramento anti-Brexit, ha bollato le previsioni di Farage come “assurdità”. Secondo l’uomo di Downing Street, il fatto stesso di sottoporre la questione al referendum è in sé la prova che la Gran Bretagna è uno Stato pienamente sovrano.
Nelle ultime ore hanno fatto sentire la loro voce anche gli altri leader europei. Il presidente francese François Hollande ha messo l’accento sulle “conseguenze politiche” inevitabili del voto britannico: la Francia, ha detto, “prenderà iniziative su scala europea” qualunque sia la decisione degli elettori.
Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha affidato il suo pensiero al Guardian:
Visto dall’Italia, un voto per uscire dall’Europa non sarebbe un disastro, una tragedia o la fine del mondo per voi nel Regno Unito: sarebbe peggio, perché sarebbe la scelta sbagliata. Sarebbe uno sbaglio per il quale soprattutto voi, gli elettori, ne paghereste il prezzo. Chi vuole veramente che la Gran Bretagna sia piccola e isolata?
Nel frattempo, mentre gli ultimi sondaggi registrano la netta ripresa del Remain sul Leave dopo lo choc nazionale suscitato dall’omicidio della deputata laburista Jo Cox, si è completato il quadro degli endorsement dei giornali più letti. I due tabloid storici, il filo-conservatore Daily Mail e il progressista Daily Mirror, hanno preso posizione senza sorprese: il Mail invita a votare Leave per “un grande futuro fuori da un’Europa morente”, mentre il Mirror esorta i lettori a sostenere il Remain pensando ai posti di lavoro e al servizio sanitario nazionale.
Anche l’ex presidente della Commissione UE, Romano Prodi, spera in una vittoria del Remain. Ma nota che in Europa esistono “un corpo centrale che vuol condividere più cose e un corpo periferico, tra cui la Gran Bretagna, che vuol condividere meno il proprio futuro con gli altri europei”. “Già le differenze britanniche sono così forti che in ogni caso, sia che la Gran Bretagna sia dentro, sia che sia fuori, ormai abbiamo un’Europa a più velocità”.
F.M.R.
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