Il Governo italiano potrà assicurare garanzie pubbliche alle banche in sofferenza per il Brexit, a patto che queste siano solvibili. La richiesta del governo Renzi è stata approvata ieri pomeriggio dalla Commissione UE, appena in tempo per far rialzare la testa alla Borsa di Milano, che ha virato al rialzo in chiusura.
Il meccanismo potrà coprire un massimo di 150 miliardi di euro fino al 31 dicembre 2016, come “misure di supporto alla liquidità in favore di banche solventi come misura precauzionale”. Non una ricapitalizzazione con fondi pubblici, nemmeno in cambio di azioni della banca, ma uno strumento in grado di coprire un’improvvisa carenza di liquidità in un istituto solvibile, evitando che a pagarne le conseguenze siano i risparmiatori. Da quando il referendum sul Brexit ha deciso l’uscita del Regno Unito dalla UE, i mercati finanziari sono scossi ogni giorno da ondate di nervosismo: è una delle ragioni per cui il Centro studi di Confindustria ha rivisto al ribasso di quasi metà le stime di crescita del PIL italiano, previste a dicembre scorso intorno all’1,4% per il 2016, all’1,3% nel 2017, oggi riviste rispettivamente allo 0,8% e allo 0,6%. La sofferenza creditizia delle banche italiane le lascia più vulnerabili a questa volatilità.
Lo strumento approvato dalla Commissione UE è stato già usato in altre occasioni: nella fase più grave della crisi finanziaria lo hanno impiegato tutti gli Stati membri. Quelli che vi fanno ricorso ancor oggi sono Italia, Cipro, Grecia, Polonia e Portogallo.
L’esecutivo comunitario sottolinea che “non ci sono aspettative che sopravvenga la necessità” di fare ricorso al meccanismo. Anche il Tesoro italiano spiega di aver ritenuto opportuno “ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili, per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori”.
In ogni caso la richiesta italiana è stata approvata perché considerata compatibile con le “linee guida sugli aiuti di Stato alle banche”. La decisione “dimostra come vi siano numerose soluzioni che possono essere usate nel pieno rispetto delle regole comunitarie per rispondere alle turbolenze di mercato”. Nel frattempo il Governo sta ancora trattando con la Commissione UE per autorizzare anche le ricapitalizzazioni, permesse solo in casi eccezionali.
È proprio sull’eccezionalità delle circostanze che si concentrano gli scettici. “Sopravviveremo a questa situazione”, ha detto Peter Kazimir, ministro delle Finanze slovacco e presidente di turno dell’Ecofin: “Dopo un primo calo i prezzi sono risaliti”. Sul lungo periodo, continua Kazimir, il Brexit non avrà un “impatto dannoso” sull’economia europea. Il che lo spinge a non credere che ci siano i presupposti per giustificare un’eccezione alla BRRD, la direttiva UE che regola la risoluzione delle crisi bancarie.
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