Provocazione di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati e amico degli animali. Intervenendo a Uno Mattina, su Rai Uno, ha detto:
“Io ho un cane, l’altro giorno l’ho portato a fare la passeggiata notturna, si è perso, l’ho perso. Sono stato male, poi è tornato. Allora, questo vale per dieci, venti milioni di famiglie italiane, che hanno altri problemi, occupazione, disoccupazione, reddito, però il rapporto con gli animali domestici è connaturato alla nostra esistenza”.
Il presidente dei deputati forzisti ammette che si tratta di una operazione populista:
“Assolutamente sì, come sono populiste e acchiappa voti le stupidaggini che dice Renzi dalla mattina alla sera. Allora, io dico, per esperienza e interesse personale, vogliamo occuparci degli animali domestici? Sì certo, io dico anche in parallelo, occupazione, giovani, tasse, fisco, crescita”. “La politica – prosegue Brunetta – deve interessarsi di tutto come deve interessarsi delle dentiere. Non vogliamo chiamarle dentiere? Il lavoro del dentista, ma vogliamo parlare di queste cose? Io penso che un anziano che non possa permettersi la dentiera o che la sua mutua gliela prometta tra cinque o sei anni è una persona infelice, che sta male e non è giusto”. “Queste sono le cose concrete che devono essere alla pari dei grandi temi della geopolitica, delle riforme istituzionali, perché a un anziano che non può masticare cosa gliene importa della riforma del Senato?”,
“Assolutamente sì, come sono populiste e acchiappa voti le stupidaggini che dice Renzi dalla mattina alla sera. Allora, io dico, per esperienza e interesse personale, vogliamo occuparci degli animali domestici? Sì certo, io dico anche in parallelo, occupazione, giovani, tasse, fisco, crescita”.
“La politica – prosegue Brunetta – deve interessarsi di tutto come deve interessarsi delle dentiere. Non vogliamo chiamarle dentiere? Il lavoro del dentista, ma vogliamo parlare di queste cose? Io penso che un anziano che non possa permettersi la dentiera o che la sua mutua gliela prometta tra cinque o sei anni è una persona infelice, che sta male e non è giusto”.
“Queste sono le cose concrete che devono essere alla pari dei grandi temi della geopolitica, delle riforme istituzionali, perché a un anziano che non può masticare cosa gliene importa della riforma del Senato?”,
conclude l’ex ministro della Pubblica Amministrazione durante il terzo governo Berlusconi (2008-2011), che davanti alle telecamere di Unomattina, ricordando lo spavento per lo smarrimento del suo cane, non è riuscito a trattenere le lacrime. A conferma di un affetto e anche di un interesse autentico per il quale il suo impegno è arrivato sino all’invio (ieri) a tutti i parlamentari del gruppo Forza Italia-Pdl alla Camera di una bozza del Dudù act: 56 pagine per ripensare il welfare a favore degli amici a quattro zampe. Anche se qualcuno dice che l’obiettivo di Brunetta è anche quello di intercettare i voti animalisti per il partitone azzurro, in vista delle europee.
Ben quarantadue pagine piegano cosa prevedono il modello anglosassone, il modello americano, la normativa comunitaria, tanto per arrivare ad inquadrare meglio l’arretratezza del nostro Paese. La restante parte del libello si occupa invece del welfare a quattro zampe. Suggestiva poi la premessa. sempre a firma Brunetta:
“Gli animali domestici ci riempiono di affetto, ma non sempre sono ricambiati”. E ancora: “Oltre alla compagnia e al conseguente benessere, specie in termini di umore, determinato dalla presenza di un animale in casa, soprattutto per le persone sole e anziane, significativo il caso della pet therapy, in cui la presenza di un animale agevola la partecipazione attiva dei pazienti alle cure mediche”.
Che in tutto questo poi ci sia la zampina di Dudù (e non lo zampino di Berlusconi) lo si capisce anche dalle foto: su ogni pagina c’è l’impronta del più grande amico dell’uomo, la cui fedeltà, come ci spiega Konrad Lorenz, è “un dono così prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con un essere umano”. E Renato Brunetta l’ha capito bene.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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