“Abbiamo scherzato nove anni”. Queste le parole pronunciate da Luciano Moggi, al termine del processo, iniziato nel 2006, che lo aveva visto imputato per associazione a delinquere.
“Scade” L’inchiesta Calciopoli: i reati contestati riguardanti l’esistenza di una “associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio” sono andati in prescrizione. Il procuratore generale Gabriele Mazzotta, ottiene tre condanne in secondo grado, ma nessuna convalida delle accuse in Corte di Cassazione.
Nessuna conseguenza penale, a parte il processo subito, per l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi (condannato a due anni e 4 mesi) e per Antonio Giraudo, ex amministratore delegato bianconero (condannato a anno e 8 mesi). Salvato dalla prescrizione anche l’arbitro Racalbuto.
Dei tre ex arbitri che avevano scelto di non avvalersi della prescrizione, due (Paolo Bertini e Antonio Dattilo) sono stati assolti; l’unico condannato a 10 mesi di reclusione, con pena sospesa, è stato Massimo De Santis: “ Aspetto di leggere le motivazioni, ma mi sembra che nei miei confronti ci sia stata una discriminazione. Provo una grossa delusione per la giustizia italiana e quello che mi è successo non lo auguro a nessuno cittadino”, commenta dopo le 6 ore di Camera di consiglio.
Secondo quanto precisato dai Pm, in relazione all’impianto accusatorio dell’inchiesta avviata nel 2006 ma riguardante un giro di frodi sportive per inquinare il campionato 2004-2005, si era di fronte a “struttura associativa, “nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle, ‘colpevoli’ di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri”.
Un vero e proprio sistema finalizzato al controllo delle partite e altro ancora, con tanto di “schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell’Inter”.
Priscilla Muro
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