Can we talk about this?

Chi si sente superiore moralmente ai talebani? CHI? Parte con una domanda scomoda il nuovo spettacolo del collettivo DV8 Phisical Theatre di LLoyd Nelson, che obbliga immediatamente lo spettatore a una presa di posizione netta, subito consapevole di sedere su una poltrona irta di insidie.

“Can we talk about this?” tocca temi spinosi, forse tra i più controversi del nostro tempo. Il multiculturalismo chiede quotidianamente di tracciare dei limiti: quale è il confine tra integrazione e rispetto per le altre culture? Quando intervenire nelle degenerazioni della religione? Ma soprattutto: c’è una vera libertà di espressione nel mondo multiculturale, o la censura, la politica, le minacce, o anche semplicemente la retorica del politicamente corretto pongono costantemente dei bavagli?

Sotto i riflettori il fanatismo religioso e il ruolo spesso ambiguo delle democrazie occidentali, così a rischio di erosione nel rapporto con le altre culture. L’occidente è terribilmente impreparato a contrastare l’ombra del razzismo, troppo incerto nel decidere se tutelare le tradizioni culturali e religiose o le singole persone.

Paura, offesa, diritto: tutte cose da maneggiare con cura.

Qui si parla dell’imperfezione della convivenza, dell’urgenza di regole. Qui si racconta di violenza e fondamentalismo: da Salman Rushdie a Theo Van Gogh, dai fumetti su Maometto in Danimarca alle tante altre storie che spingono ogni volta la lancetta dell’integrazione verso un punto indefinito.

In scena una decina di interpreti e tante testimonianze raccontate, agite e danzate, proiettate nei video. Artisti, giornalisti, politici, persone comuni raccontano ognuno una diversa esperienza in questa coreografia in forma di documetario. Uno spettacolo verbale, con un movimento pulito, mai  invadente, piuttosto un preciso contrappunto, secondo i casi ritmico, intenso, narrativo, asciutto, talvolta muscolare, a tratti furbo.

“Possiamo parlarne?” ci chiede LLoyd Nelson, “Possiamo parlarne?” chiese Theo Van Gogh al suo assassino.

12-15 ottobre  h. 21.00. Romaeuropa Festival

Teatro Argentina

Antonella De Santis