Parte il festival di Cannes ma è subito polemica. Il favore e l’aspettativa già riconosciuti alle tre partecipazioni italiane mette in ombra gli altri titoli. 16 i film coalizzati contro il prestigioso terzetto italiano, Sorrentino, Garrone, Moretti, che a Cannes rappresenterà l’Italia in questo evento cinematografico, dove la nostra partecipazione non è stata mai così numerosa. Un fenomeno che non si vedeva dagli anni ‘90.
Tra tutti si distingue subito Paolo Sorrentino che snobba critici e giornalisti e non mostra il suo film, Youth (La giovinezza), nella consueta proiezione di cortesia. Cresce così l’attesa e la polemica su una storia di vecchiaia e giovinezza che si incrociano, con un cast internazionale e importante guidato da Harvey Keitel e Michael Caine. Nanni Moretti invece già dal 16 aprile ha cominciato a far commuovere il suo pubblico con un film intimista e un po’ lacrimoso, Mia Madre. Anche lui in definitiva parla di una vecchiaia che si affaccia quasi solo per mettere in discussione il passato e tenta nuovamente di colpire la giuria francese con il tema della morte e della vita. “Il racconto dei racconti” di Garrone infine uscirà nelle sale italiane domani, proponendo un genere, quello fantasy, che per la produzione del nostro paese è un po’ una novità. Garrone propone tre favole poco note di Basile, in chiave onirica e un po’ dark.
Intanto la Stanleybet divulga quotazioni e pronostici sulla vittoria dell’ambita Palma d’oro e dà come favorito il lavoro del greco Yorgos Lanthimos. E infatti il suo The Lobster è risultato essere uno dei titoli più menzionati nei giorni che hanno preceduto l’apertura del festival. Tuttavia sono tante le promesse interessanti che ammiccano ai mondi e alle realtà più disparate e la curiosità cresce. C’è la rivisitazione in chiave gotica del Macbeth shakespeariano, il film documentario sulla breve e tormentata vita della cantante Amy Winehuose. Poi non poteva mancare il nuovo film della Disney, Inside out, tutto incentrato sulle emozioni con la regia di Pete Doctor, già autore di due capolavori come Monster & Co e Up!. Cannes proporrà anche l’esordio alla regia dell’attrice israelo-statunitense Natalie Portman, un viaggio nella memoria della Gerusalemme degli anni ’40 tratto dagli scritti dell’autore Amos Oz. Anche Carol di Todd Haynes, storia di una passione omosessuale contrastata, prende ispirazione da un libro, The price of Salt, della statunitense Patricia Highsmith.
A ricordarci che la terra è fatta anche di uomini e a dare una nota di colore è arrivata da Catherine Deneuve che presentando il suo film, La Tète haute, si è commossa di fronte all’ovazione che le ha riservato il pubblico al suo apparire.
Molti dunque i titoli, molti e diversi i contributi per questa 68° edizione del Festival di Cannes. Certo però non sempre un’alta aspettativa da parte dei critici corrisponde ad una pari partecipazione del pubblico nelle sale. Altro discorso ancora andrebbe poi fatto riguardo l’effettivo gradimento che queste pellicole offriranno ai loro spettatori.
Vania Amitrano
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