Vergogna! Sì, ha usato proprio il termine vergogna per definire la nomina del primo senatore nero della Repubblica italiana. Quella nata da una Costituzione che resta tra le migliori del mondo. E quell’accorato grido di vendetta Mario Balotelli, calciatore africano di nascita ma bresciano di adozione, oggi in forza al Nizza, l’ha affidato ad un supertreno mediatico della portata di Instagram. Il discusso ma anche un pò fuori di testa fuoriclasse di origini congolesi, è indignato. E posta su Internet:”Forse sono cieco io o non gli lo hanno ancora detto che è nero…” Ma con chi ce l’ha lo scontroso Balotelli? Chi è questo poveraccio che infastidisce questo splendido stallone che calciando e correndo in mutande dietro ad un pallone, a diciannove anni già girava in Ferrari?
Un passo indietro. Tra domenica e lunedi nella circoscrizione di Bergamo gli elettori della Lega hanno deciso di portare in Parlamento votandolo nella lista di Salvini il sessantaduenne Toni Iwobi. Un pacioso e tranquillo signore nigeriano con due lauree che in Italia ha trovato la sua seconda patria, la prima per i suoi figli. Ha lavorato una vita e ha scelto di condividere tutto del nostro meraviglioso Paese. Prima il lavoro e l’impegno sociale con una lunga ventennale militanza nel partito verde fondato da Bossi. Militanza portata avanti con serietà ed impegno fino a diventare responsabile nazionale per l’immigrazione del primo partito della coalizione che ha vinto le elezioni. Un lavoro ed una legittimazione politica da premiare. Così aveva deciso Salvini, facendo anche un preciso calcolo politico. Ma comunque una scelta non facile considerata la genesi dei Lumbard. Una scelta che la dice lunga, però, su chi oggi fa politica e chi, al contrario, a sinistra pur marciando su parole d’ordine condivisibili, nei fatti non ha garantito l’inserimento di immigrati di prima e seconda generazione, cittadini italiani a tutti gli effetti, nei piani alti della politica e delle istituzioni.
E a questo punto una domanda si impone. Risultano deputati o senatori di colore eletti in forza a Leu o al Pd? Al riguardo una risposta della signora Boldrini, di Bersani ed altri ripescati per il rotto della cuffia insieme ad altri notabili trombati dagli elettori, intriga non poco. Su questo aspetto del voto di domenica bisogna riflettere ed i primi a farlo dovrebbero essere proprio coloro che sull’antifascismo e sull’antirazzismo di facciata con il quale hanno mobilitato la piazza, anche quella violenta, ne hanno fatto una ragione ipocrita e bugiarda.
Contano i fatti e bisogna ringraziare la Lega e Balotelli per aver portato all’attenzione dei più, un tema ed un dramma dal quale non si può prescindere. Quello dell’immigrazione. Il problema, come sembra emergere dal voto va affrontato ma non in maniera demagogica e senza paure o forzature. L’elezione di Toni Iwobi va salutata dunque come una scelta intelligente che aiuterà a trovare soluzioni. Magari portando una prossima volta più neri, più indiani, più filippini o più magrebini italiani in Parlamento.
La sortita di Balotelli però merita una risposta, e Iwobi l’ha trovata: “Faccia il calciatore”. Giusto consiglio, perché più che ingenuo il ragazzo sembra solo malato di stupido protagonismo. Ma ha scelto il campo sbagliato. Non quello di calcio dove ultras altrettanto scemi tirano banane e fischiano, ma quello della politica che guida un Paese che a Balotelli ha dato tantissimo, a cominciare dall’affetto di chi lo ha adottato e di chi gli ha consentito e gli consente, suo malgrado, di girare in Ferrari e straparlare.
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