“Non è una censura ma il risultato di una lunga analisi”, così spiega Facebook, che ha deciso in via definitiva, nei giorni scorsi, di oscurare decine di pagine e profili di persone aderenti alle due forze politiche più consistenti della destra non parlamentare. CasaPound e Forza Nuova che in queste ore hanno deciso di ricorrere contro il colosso social.
La società che gestisce la piattaforma, da parte sua, ha chiarito che la decisione di chiudere i profili “non è legata necessariamente a specifici e recenti episodi”.
L’articolo 11 del regolamento della piattaforma creata da Mark Zuckerberg parla proprio di incitamento all’odio, spiegando che “non c’è spazio su Fb per discorsi di incitazione all’odio perché creano un ambiente di intimidazione ed esclusione e, in alcuni casi, possono promuovere violenza reale”.
Oggi la reazione degli interessati: una diffida al colosso social a riattivare la pagina Facebook entro 48 ore (a partire da ieri) che il 9 settembre ha oscurato l’account ufficiale (verificato con la spunta blu) del movimento e decine di altre pagine e profili collegati.
Nella diffida, CasaPound parla di “una improvvisa e ingiustificata disattivazione della pagina Facebook dell’Associazione” e sottolinea che l’account “è sempre stato utilizzato nel rispetto delle ‘condizioni d’uso’ e delle leggi in materia, senza porre in essere alcuna azione lesiva dei principi che tali previsioni intendono tutelare”. Per questo il movimento contesta la condotta di Facebook, che, si sostiene nella diffida, “costituisce una grave violazione dei diritti dei miei assistiti ed è per loro causa di grave pregiudizio in quanto impedisce senza alcuna giustificazione l’esercizio di diritti fondamentali, riconosciuti dalla Costituzione italiana”. Allo stesso tempo, secondo CasaPound, “la disattivazione della pagina integra una violazione delle disposizioni in materia di privacy e di proprietà intellettuale” poiché, scrive l’avvocato che firma l’atto,Guido Colaiacovo, “i miei assistiti non hanno più la disponibilità dei contenuti che sono di loro esclusiva proprietà”. Quindi il legale diffida Facebook “a riattivare immediatamente l’account in questione” avvisando che trascorsi inutilmente due giorni “sarà adita l’autorità giudiziaria, anche per ottenere il risarcimento dei danni subiti”.
Stessa procedura è stata messa in atto da Forza Nuova il cui ufficio legale procederà contro Facebook Italia per il reato di diffamazione e per tutti i reati relativi all’attentato alle libertà di opinione commessi a danno del movimento.”Solo allora – annuncia Roberto Fiore leader del movimento su Twitter – potremo sapere se Roma continua a splendere come faro del diritto o se l’asse politico-mediatico Fiano-Zuckerberg avrà avuto la meglio anche sui diritti universalmente riconosciuti”.
Su questo tema Forza Nuova intanto chiama alla manifestazione i propri militanti indicendo due manifestazioni in alcune città d’Italia nei giorni 14 e 21 prossimi.
“Io penso che ormai i social network svolgano un ruolo di piattaforma pubblica. Può essere che CasaPound ealtri profili abbiano violato la policy di Facebook però, per quanto possano non piacermi, si tratta di organizzazioni a cui lo stato italiano da diritto di esistere. Allora mi chiedo: è possibile delegare a un privato lo stabilire chi ha violato o meno le regole? Non dovrebbe essere un giudice a farlo?” Lo ha dichiarato Peter Gomez giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano. “È una questione di principio – ha aggiunto – non metto in dubbio che abbiano violato delle regole, anche perché sono molto stringenti, però bisogna rendersi conto che Fb è una piattaforma mondiale e pubblica e forse dovrebbe essere un ente terzo a stabilirlo.
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