Causa, diciamocelo, chi – e, purtroppo, tra questi alcune figure istituzionali – continua a soffiare sul fuoco che vorrebbe bruciare un fascismo morto e sepolto da oltre 70 anni, Torino ieri sera ha dovuto assistere impotente a nuove scene di guerriglia urbana questa volta per l’arrivo del candidato premier di Casapound. Un corteo antifascista ha tentato a più riprese di raggiungere l’albergo, nel centro storico della città, in cui Simone Di Stefano era presente per un appuntamento elettorale, e ha incontrato l’opposizione della polizia. Nei tafferugli sono rimasti feriti sei agenti del reparto mobile, colpiti da bottiglie e bombe carta imbottite di schegge di metallo e di legno. Uno di loro è stato colpito a una gamba da una scheggia di oltre 4 cm ed ha avuto bisogno di un intervento chirurgico per rimovuerla, mentre schegge metalliche sono state trovate conficcate nelle protezioni indossate dal personale in assetto antisommossa.
Due giovanissimi manifestanti sono stati bloccati e uno è stato trattenuto in stato di fermo. Il corteo ha raccolto più di duecento fra attivisti dei centri sociali, sindacalisti di base, anarchici, No Tav dalla Valle di Susa, studenti delle scuole superiori, militanti di Potere al Popolo – Torino è una delle piazze più calde della sinistra antagonista – e si è mosso dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova verso l’hotel.
“A Torino come a Palermo”, con un chiaro riferimento all’aggressione nei confronti di un esponente di Forza Nuova, è stato uno degli slogan che si sono levati dal gruppo. Mentre Casapound organizzava (“nonostante chi ci odia”) una diretta Facebook del comizio di Di Stefano, i dimostranti hanno accennato un primo tentativo di sfondamento in corso Vittorio Emanuele e sono stati respinti con gli idranti. Poi hanno aggirato il blocco per una via laterale, portandosi di fronte all’albergo, e quindi si sono portati di nuovo in corso Vittorio. Al fitto lancio di petardi e bottiglie gli agenti hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Il corteo si è poi diretto verso la stazione ferroviaria di Porta Susa, dove alcuni hanno anche divelto le recinzioni di un cantiere per raccogliere pietre da scagliare contro le forze dell’ordine. Ancora idranti, ancora lacrimogeni e, infine, un inseguimento che si è protratto fino in piazza Statuto. I manifestanti comunque hanno cantato vittoria per essere riusciti a “cingere d’assedio” Casapound.
Sugli scontri è intervenuto Matteo Salvini. “A Torino – ha detto – questi ragazzi fanno quello che fanno perché stasera (ieri, ndr) quando tornano a casa nessuno gli fa nulla: se vai dalla mamma e dal papà e gli fai pagare i danni vedrai che la prossima volta restano a casa a studiare”. “Alle idee – ha aggiunto il leader della Lega – si risponde con idee, mai con violenza. Nell’Italia che ho in testa io la polizia si occupa degli spacciatori non dei figli di papà”. “Dicevano di voler stanare i fascisti – è il commento del sindacato di polizia Sap – ma hanno devastato Torino e hanno ferito dei poliziotti lanciando pietre e bottiglie. Questi non sono antifascisti ma pazzi criminali”.
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