Il caso De Luca è diventato una resa di conti in casa Pd. L’ex sindaco di Salerno, neo presidente della regione Campania, aggiunge benzina sul fuoco e denuncia per diffamazione il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, dopo la pubblicazione, alla vigilia del voto di domenica, della cosiddetta black list, la lista dei politici “impresentabili” alle elezioni regionali nella quale è presente anche il suo nome.
Ma De Luca non è l’unico tra gli “incandidabili” a essersi rivolto alla magistratura: si sono rivolti al Tribunale di Roma anche Luciano Passariello (Fratelli d’Italia), rieletto consigliere regionale della Campania, e Sandra Lonardo Mastella, che invece non ce l’ha fatta. La Bindi potrà chiedere l’immunità parlamentare o scegliere di rispondere direttamente in Parlamento. Due scelte, quelle di De Luca e della Bindi che comunque avranno tempi lunghi, anche se resta al Governo la possibilità di un intervento legislativo che possa correggere la legge Severino.
Il Pd tra dissidenti e disillusi. La difficile situazione non fa che accrescere gli squilibri tra maggioranza e minoranza Pd, in un momento in cui entrambe le ali del partito devono fare i conti con i risultati deludenti delle elezioni regionali, dove si registra oltre a una serie di segnali negativi, anche un forte calo di affluenza nelle “regioni rosse”, come la Toscana (-30,9%). “Il fenomeno si spiega con il fatto che in queste regioni c’erano aspettative molto elevate che sono state tradite. Ovviamente incidono anche la crisi che va avanti dal 2008 e gli scandali che hanno colpito i consigli regionali e che ha portato – spiega il ricercatore dell’Istituto Catteneo, Dario Tuorti – a una delegittimazione complessiva dell’istituto regionale”.
Intanto la direzione del Partito democratico è prevista per lunedì, dove si deciderà la nomina del nuovo capogruppo alla minoranza dem, guidata ora dal vice capogruppo Ettore Rosato, dopo le dimissioni di Speranza. In questo momento delicato, Rosato si è schierato a fianco di De Luca, dichiarando che “la lista presentava tempi e contenuti non corretti”, ma invitava lo stesso De Luca alla prudenza: “Se dovessi dargli un consiglio, gli direi che la miglior risposta che può dare è soprassedere ed evitare di trascinare questa storia nel tempo”.
Riguardo la polemica con la Legge Severino, che ha costituito i criteri di compilazione della black list da parte dell’Antimafia, l’intervento legislativo, in forma di decreto legge, è escluso senza riserve dal presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, per il quale “un decreto legge non avrebbe senso. E per le eventuali modifiche in Parlamento c’è bisogno di tempi e di soluzioni meditate”. Per Cantone, la Legge Severino è “sacrosanta, e deve rimanere. Ma un miglioramento va certamente pensato” e annuncia una proposta in questo senso, che verrà presentata al Parlamento il 10 giugno.
Il presidente dell’anticorruzione rigetta la stessa logica alla base della compilazione della “lista degli impresentabili”, che giudica “rischiosa e fuorviante”, poiché produce una sorta di “legittimazione” politica rivolta a tutti gli altri, senza distinzioni, per il semplice fatto di non far parte di quei nomi. Tutto ciò, continua Cantone, porta la Commissione Antimafia lontano da quelli che sono i suoi fini”. Quest’ultima, nella sua “indiscutibile e sacra funzione, deve soprattutto studiare, cogliere nessi, indagare fenomeni”.
Malgrado il forte impatto politico del caso De Luca, Cantone, sottolinea come la vicenda, quella relativa alla sospensione o alla decadenza del neo governatore della Campania sia in realtà “squisitamente tecnico-giuridica”.
“Da cittadino -aggiunge il presidente dell’anticorruzione- mi auguro che come governatore De Luca sarà puntuale e preciso con tutte le altre promesse così come lo è stato nel depositare la denuncia”. Ma in tanti già guardano a Palazzo Chigi come al terminale della vicenda.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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