Caso Muraro: La Raggi e il M5S sapevano

“Aspettiamo di vedere le carte” aveva affermato ieri il sindaco di Roma Virginia Raggi, a proposito dell’accusa di abuso di ufficio che vedeva coinvolta l’assessora all’Ambiente capitolino Paola Muraro e che ora più che mai promette di far scoppiare un altro putiferio fuori e dentro la giunta. Le “carte” la Muraro le ha mostrate ieri alla commissione Ecomafie: la Raggi era a conoscenza dell’accusa mossa dalla Procura di Roma in aprile e così anche il Movimento.

Il presidente della commissione, Alessandro Bratti, afferma che l’ex consulente Ama risultava indagata dal 21 aprile per violazione dell’art.256 del Testo unico sull’Ambiente, riguardante un’attività di gestione di rifiuti non autorizzata. La senatrice conferma, spiegando che ne era stata informata circa 3 mesi dopo, il 18 luglio.

Anche la Raggi ammette di aver ricevuto comunicazione dell’indagine dalla seconda metà di luglio ma non solo. Afferma di aver avvisato i vertici del M5S che invece, fino a ieri avevano dato l’impressione di cadere dalle nuvole. Ma in realtà, si è sempre parlato di “avvisi di garanzia”.

Le domande che ci ponevate erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi avessero chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui” ha precisato la Raggi.

Raggi: quella pazza idea di governare per 5 anni. “Abbiamo trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo, lo sapevamo e andiamo avanti” aveva affermato la sindaca capitolina in un video su Facebook pubblicato anche sul blog di Beppe Grillo. In commissione aveva rincarato la dose: “Noi abbiamo questa pazza idea di governare per 5 anni”.

Per ora, il Movimento ha avuto reazione di sostegno, anche se non da tutti i fronti e comunque piuttosto caute. Da Grillo per ora, solo un “sms di sostegno”, mentre l’unico ad intervenire in serata è stato Alessandro Di Battista. “Contro di noi c’è un intero sistema che ci fa guerra. Le Olimpiadi sono l’obiettivo di questi palazzinari”,  ha tuonato dai social, alludendo alla possibilità di una campagna diffamatoria volta a screditare il lavoro e la credibilità politica del Movimento in favore dei soliti poteri forti.