Sì, è stato il giorno “più umiliante” del magnate australiano. Un ottantenne mezzo sordo che risponde a monosillabi, non ricorda e nega tutto. Rupert Murdoch ha ritrovato la grinta da ‘Squalo’ per un solo momento nella maratona della Portcullis House alla Camera dei Comuni quando con forza ha negato le indiscrezioni arrivate da oltre Atlantico che News Corp stia accelerando la sua uscita di scena. “Non mi dimetto”, ha proclamato mentre Wall Street risaliva fiduciosa sul suo farsi da parte: “Persone di cui mi fidavo hanno tradito la mia fiducia, ma io sono l’unico che può fare pulizia”.
A quel punto Rupert era già in maniche di camicia: il balzo felino della giovane moglie cinese Wendi Deng non era riuscito a impedire che l’attore comico Jonnie Marbles gli imbrattassse la giacca con una ‘torta’ di schiuma da barba al grido di “avido miliardario”. Il fuori programma, che ha interrotto uno show ad altissima tensione dopo due settimane di escalation della crisi, era stato preceduto da un altro ‘colpo basso’ al tycoon australiano, quando gli hacker di LulzSec avevano violato nella notte il sito del suo Sun annunciato nella prima pagina online del quotidiano “la scoperta del cadavere del miliardario dei media”. Dopo l’aggressione della ‘torta’ la seduta è stata brevemente sospesa mentre si sollevavano interrogativi sulla sicurezza di Westminster: come aveva fatto il comico a introdursi in aula con la schiuma da barba? Non solo la moglie ha fatto da schermo a Rupert: anche il figlio James aveva fin dall’inizio ‘protetto’ il padre rispondendo al suo posto quando le domande si erano fatte troppo tecniche o troppo imbarazzanti. James ha preso i parlamentari per noia con lunghe e tortuose risposte in linguaggio da ‘boardroom’ che hanno prolungato di due ore la durata dell’audizione. “Pagammo alcune spese legali di detective”, ha ammesso Murdoch figlio negando all’unisono con il padre che “per ora” il gruppo abbia intenzione di aprire un nuovo domenicale al posto di News of the World. Ma di Milly Dowler, la tredicenne uccisa i cui cellulari furono violati dal piedipiatti privato Glen Mulcaire per conto di News of the World, nessuno sapeva niente fino a due settimane fa: lo hanno detto i Murdoch e lo ribadito Rebekah Brooks, l’ex amministratore delegato di News International dimissionaria che all’epoca era direttore del tabloid, la cui audizione ha chiuso una maratona cominciata con quella degli ex capi di Scotland Yard Paul Stephenson e John Yates. E allora chi ordinò l’intercettazione? Il suo vice Andy Coulson che poi è diventatao portavoce di David Cameron? “Non so, io ero in vacanza”, ha detto la ‘rossa’ incalzata dai parlamentari: “Si. Probabilmente lui”. Gente senza scrupoli in una Fleet Street dove – ha detto la ‘rossa’ – negli anni Novanta spiare le celebrità era la regola: “Ora però dobbiamo cambiare le regole del giornalismo”, ha detto James ‘faccia pulita’ Murdoch ai parlamentari. Il vecchio Rupert intanto rispondeva a monosillabi: ‘Si’, ‘no, ‘sì, ‘no’.”Ho perso di vista News of the World perché era così piccolo rispetto all’insieme del gruppo. Non è una scusa, forse è una giustificazione del mio lassismo. Lavorano per me 53 mila persone in tutto il mondo…”. Fuori da Westminster manifestanti con cartelli in cui Murdoch era raffigurato come Darth Vader chiedevano di mettere “fine all’impero del male”, ma il Rupert apparso in aula – istruito da strateghi della comunicazione al pari del figlio – non aveva molto del brutale barone dei media che i rivali hanno soprannominato lo Squalo. Del Murdoch della leggenda sono rimasti pochi barlumi, come quando gli si sono illuminati gli occhi evocando la battaglia italiana contro Silvio Berlusconi, definendolo senza nominarlo “un concorrente difficile”. Milioni di persone in tutto il mondo hanno seguito lo show trasmesso negli Usa dalle reti via cavo all news, non però il primo ministro Cameron in volo dall’Africa per testimoniare domani in Parlamento riunito in seduta straordinaria. Cameron rischia grosso per le amicizie pericolose coltivate con i vip del gruppo Murdoch prima e dopo l’ingresso a Downing Street: il cenone di Natale a casa di Rebekah Brooks, l’invito alla Brooks per la sua festa di compleanno, prefigurano casi di conflitto di interesse perché avvenuti in mezzo alla decisione del governo sul takeover di BskyB. Né è bello l’invito a Murdoch a prendere il té a Downing Street per “ringraziarlo” dell’endorsement dei giornali del gruppo che lo avevano aiutato a battere Gordon Brown. “Mi fecero entrare dalla porta di dietro”, ha raccontato sornione il tycoon famoso come kingmaker ma anche per essere uno che, quando vuole, sa come scalzare dal trono i potenti.
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