Michelle Wie, fenomeno del golf in rosa
Il referendum sull’indipendenza scozzese ha prodotto un chiaro successo dei ‘no’ alla secessione dal Regno Unito, ma, quasi contemporaneamente (il voto si è consumato sempre il 18 settembre ma, ovviamente, data la maggior esiguità dei partecipanti, il responso è giunto pressochè immediato), la Scozia è stata teatro di un’altra votazione, dai risvolti infinitamente meno gravidi di conseguenze per chi vive oltre il Vallo di Adriano, ma pur sempre epocali: i 2500 soci, ovviamente tutti di sesso maschile, del glorioso Royal & Ancient Golf Club di St. Andrews hanno deciso, con l’85% dei voti favorevoli, per l’ammissione delle donne.
Un incantevole scorcio del Royal & Ancient Golf Club di St. Andrews con il caratteristico ponticello
Fatto, questo, che potrà far sorridere i più ma che, pur in un’epoca globalizzata e connotata da notevole apertura mentale, non era assolutamente scontato: il golf, del resto, era e rimane ancor oggi uno degli sport maggiormente ancorati alle tradizioni che, nel caso di specie, hanno sempre voluto realtà tutte al maschile. Ma qualcosa si stava muovendo anche nell’ingessato mondo di mazze e palline: già due anni fa l’Augusta National Golf Club in Georgia, altro tempio storico di questa disciplina e sede del Masters Tournament (uno dei quattro majors golfistici ma l’unico con sede fissa, proprio lì, in Georgia) aveva ammesso le donne. Segno che il vento stava cambiando. Velocemente. Anche i soci del Royal & Ancient Golf Club hanno dovuto convenire che, forse, i tempi erano maturi anche per loro. E così, il voto di uno dei club più antichi del mondo e certamente il più prestigioso (universalmente noto come la “casa del golf” e sede, secondo una rotazione non rigida, del British Open (per i britannici è The Open. E basta. Il più antico dei quattro majors) ha finito con il far cadere un tabù che resisteva da ben 260 anni, cioè dalla fondazione del Club (è del 1754, ndr). Una tradizione talmente radicata da esser riuscita ad infrangere anche altre consuetudini altrettanto consolidate, ma “colpevoli” di esser entrate in rotta di collisione con il principio dell’esclusività al maschile: emblematico, infatti, che per moltissimo tempo fosse uso, da parte del Club, offrire il titolo di membro dello stesso al rettore dell’Università di St. Andrews. Ma questa consuetudine non venne più rispettata in una “particolare” situazione: l’Ateneo aveva scelto come proprio rettore una donna…
Il Club di St. Andrews in un’immagine d’epoca
“Ai membri del Royal and Ancient Golf Club è stato chiesto di esprimersi sull’ammissione delle donne – ha commentato al The Guardian un portavoce del Club – e l’apertura alla componente femminile avrà un effetto immediato sulla struttura del club“.
La Claret Jug in palio per il vincitore del British Open
Ad oggi, sono solo due gli ultimi bastioni del ” per soli uomini”: sono rimasti chiusi alle donne il Muirfield e il Royal St George, mentre il Royal Troon ha un suo corrispondente al femminile, il Ladies Golf Club Troon. Per quanto ancora?
Il vento, intanto, continua a soffiare. Sempre più veloce.
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