Di consapevolezze ne ben poche, invece, l’Inter. Se non che il momento è già delicatissimo, dopo l’inatteso, quanto clamoroso rovescio interno contro gli onesti ( ma nulla più) turchi del Trabzonspor che, peraltro, questa Champions non avrebbero neanche dovuto disputarla ( ma sono stati “promossi” dall’Uefa a scapito dei connazionali del Fenerbahçe, travolti dal calcioscommesse locale: ogni mondo è paese…). E le idee del proprio tecnico, Gasperini, piuttosto confuse. Abiurata la criticatissima difesa a tre vista al Barbera con il Palermo, il neotecnico nerazzurro è tornato ad una più “digeribile” difesa a quattro. Che, però, in fase di possesso palla altrui, diventava, addirittura, a sei. E, di fronte, c’era il solo Paulo Henrique, onesto mestierante della pedata, non certo uno spauracchio. E salvo, poi, passare ad un 4-3-1-2, per finire con un 4-2-3-1. Insomma, un cantiere aperto è dire poco. Snejider è un fuoriclasse assoluto ( anche se è un anno mezzo che non gioca più ai suoi migliori livelli), ma diventa inutile se impiegato fuori posizione. Come avvenuto a San Siro e, prima ancora, a Palermo. E lo stesso vale per altri giocatori. La manovra è lenta e involuta e le scosse arrivano solo da lampi individuali. Nel primo tempo, a offrire lampi è stato soprattutto Zarate che, in due occasioni, ha mancato di poco la segnatura, complice anche un ottimo Tolga Zengin, il portiere turco. E Pazzini si è letteralmente divorato una comoda conclusione sotto porta ciccando il pallone. Tutto qui il primo tempo nerazzurro. Più effervescente la ripresa, soprattutto dopo l’ingresso in campo di Milito che, però, ha sulla coscienza, almeno due reti sciupate malamente: una conclusione a tu per tu con Tolga che respinge non si sa bene come ( in ogni caso, eccellente il riflesso dell’estremo difensore ospite) e un colpo di testa da posizione semplice spedito poco sopra la traversa. E’ anche notevolmente sfortunata, quest’Inter, e questo va detto, per onestà. Quando le cose vanno male, spesso è la Dea Bendata a intervenire in soccorso. Ma se le cose stanno andando male, potrebbe anche andare peggio, devono aver replicato dall’alto. Per cui, al 31’ del secondo tempo, ecco che l’incubo di altre notti disastrose ( come quella con l’Helsingborg) prende corpo. Altintop centra una fragorosa traversa, la palla resta viva, ma non lo è altrettanto la sonnolenta difesa nerazzurra e così Celustka ( un oscuro passaggio al Palermo con anonimi 13 minuti in campo in un 3-1 sul Bologna del 27 marzo 2010) ribadisce in rete con un diagonale neanche troppo violento su cui Julio Cesar non appare reattivissimo ( e delle dèfaillances sempre più numerose del portierone brasiliano, qualcuno comincerà a parlare, prima o poi). La reazion interista è poca cosa. La società ribadisce la fiducia in Gasperini ma, ad ogni giorno che passa e ad ogni sconfitta che si succede ( al momento sono tre e su tre impegni ufficiali, contando anche la Supercoppa, lasciata in Cina ai cugini rossoneri, e il record negativo dell’Inter, fatto di 5 sconfitte di fila, risalente al lontanissimo 1921-22, comincia a scricchiolare…), appare sempre più una difesa d’ufficio e una posizione di facciata. Sabato sera c’è la Roma al “Meazza”. Urgono risposte. E Subito. I nomi di Delio Rossi, Ranieri e Ancelotti cominciano già a girare con troppa insistenza…
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