Rottamazione o semplice spoil system, Renzi procede a grandi passi nel suo processo di cambiamento: dei vertici delle società partecipate, almeno in questo caso.
Dopo settimane di tira e molla, incontri, qualcuno anche segreto, contatti costanti con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, con il quale oggi ha avuto un lunghissimo incontro di almeno quattro ore a Palazzo Chigi, il premier svela i nomi dei nuovi manager che dovranno guidare i grandi gruppi di Stato.
Un colpo con il quale si ridisegna la geografia delle company nazionali che, insieme al processo di privatizzazione che interesserà progressivamente le società, segna uno dei principali cambiamenti, negli ultimi anni, in queste realtà economiche.
La parola d’ordine, però, non è stata solo “rinnovamento” ma anche parità di genere. Lo chiarisce, in una intervista a Repubblica, il sottosegretario Graziano Delrio che ha specificato come l’intento del Governo sarà quello di “promuovere le donne fino ad arrivare a una sostanziale parità di genere nelle nomine, per colmare un ritardo italiano che e’ di almeno 30 anni”.
Il Governo, secondo Delrio, è pronto “per Enel, Eni e Finmeccanica i cui vertici scadono adesso. Renzi vuole fare anche le Poste, per dare il segnale di un governo che affronta subito i nodi”.
Non solo. Con l’approvazione della risoluzione proposta dal presidente della commissione Commercio del Senato, Massimo Mucchetti, che ha peraltro ottenuto anche il parere favorevole del viceministro dell’Economia Enrico Morando, l’eventuale rinnovo dell’incarico ai capi azienda uscenti va subordinato a una verifica dei risultati ottenuti e deve, insindacabilmente fermarsi a tre mandati. E ancora: nessun conflitto di interessi, emolumenti calmierati con miglioramenti legati al miglioramento degli stipendi dei dipendenti, meritocrazia. In pratica, spiega lo stesso Mucchetti, “chi ha fatto bene può essere confermato o, se cambiato, se ne dovrà spiegare il perché; chi ha fatto male ovvero ha esaurito la spinta propulsiva verrà sostituito”.
L’approvazione di questa risoluzione è arrivata al termine della discussione della performance delle quattro aziende che oggi hanno visto cambiare i propri vertici. Proprio in commissione al Senato è stato presentato un confronto del Tsr – Total Shareholder return ovvero il rendimento totale degli azionisti – di ogni azienda con quello del settore di appartenenza.
Terna ha fatto segnare un Tsr del 15% contro il 4,5% del settore; bene anche Finmeccanica con un rendimento al 59% a fronte del 38,1 del settore. Meno bene invece Enel, il cui rendimento si ferma al 2,5% contro il 3,6 del settore, e Eni, al 4,2% contro il 6,3.
Chi entra e chi esce
Una nota si palazzo Chigi, in tarda serata, rende noto che “a breve verranno depositate, per il tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze, presso la sede delle società Enel, Eni e Finmeccanica le liste per il rinnovo dei rispettivi organi sociali in occasione delle prossime assemblee degli azionisti”.
Di fatto, il comunicato ufficiale non fornisce i nomi dei nuovi presidenti e amministratori delegati, tuttavia i primi due negli elenchi sono quelli più titolati a ricoprire ruoli chiave nei board delle aziende.
Enel
L’assemblea degli azionisti della azienda fino ad oggi guidata da Fulvio Conti vedrà, nella lista che il Mef depositerà presso la Società, un Cda composto da Patrizia Grieco, Francesco Starace, Alberto Pera, Alberto Bianchi, Andrea Gemma, Paola Girdinio.
Eni
All’assemblea degli azionisti di Eni, che si terrà il prossimo 8 maggio, l’Ad uscente Paolo Scaroni, dopo 9 anni al timone del colosso energetico italiano, avrà in mano per il nuovo Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale i nomi di Emma Marcegaglia, Claudio De Scalzi, Fabrizio Pagani, Luigi Zingales, Diva Moriani e Salvatore Mancuso.
Finmeccanica
In casa Finmeccanica, anche Alessandro Pansa viene salutato. Insediato poco più di un anno fa, nel febbraio 2013, dopo l’arresto del suo predecessore Giuseppe Orsi, anche se è riuscito a raggiungere risultati economici importanti dovrà lasciare e far posto a un board composto da nomi del calibro Gianni De Gennaro, Mauro Moretti, Marta Dassu’, Guido Alpa, Alessandro De Nicola, Marina Calderone e Fabrizio Landi.
Terna
Per quanto riguarda Terna, le nomine spettano a Cassa depositi e prestiti. Tuttavia, si legge nella nota di palazzo Chigi “le proposte dei vertici CDP saranno coerenti con i criteri seguiti dal Governo nelle nomine di propria competenza”.
Poste Italiane
Un grazie per il “decisivo contributo” svolto dall’Ad Massimo Sarmi e porte aperte a Luisa Todini, Francesco Caio, Roberto Rao, Antonio Campo dall’Orto ed Elisabetta Fabbri.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto salutare “una squadra di professionisti di grande qualità e riconosciuta autorevolezza” che lavorerà “per raggiungere gli obiettivi strategici ambiziosi di società che rappresentano asset fondamentali per il Paese”.
Soddisfazione anche per la “forte presenza femminile” e una precisazione, da parte di palazzo Chigi, sugli emolumenti che verranno percepiti dai presidenti: “il compenso annuo è fissato nella cifra di 238mila euro annui lordi”.
Sugli stipendi degli Amministratori delegati, invece, è ancora tutto da decidere.
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