Quanto è grave la crisi delle vocazioni nella Chiesa cattolica? Secondo i numeri a disposizione, negli ultimi anni (2010-2017) a livello mondiale sono aumentati i fedeli cattolici, anche più di quanto non sia aumentata la popolazione nel suo complesso. A fronte di questo aumento, il numero di sacerdoti è rimasto sostanzialmente stabile, con anzi un leggero calo (-0,3 per cento nel 2017 rispetto al 2014) negli ultimi anni mantenendo come riferimento più recente il 2017.
‘Sostanzialmente invariato’ però, equivale a constatare che un calo molto marcato delle vocazioni sacerdotali lo hanno registrato Europa e Nordamerica, compensato quasi integralmente – ma non del tutto – dall’aumento in Africa, Asia e America Centro-Meridionale.
Per quanto riguarda invece i seminaristi maggiori, ovvero i sacerdoti del futuro salvo qualche ripensamento, la diminuzione è dieci volte più marcata rispetto a quella dei sacerdoti (-3,1 per cento). Anche in questo settore America ed Europa sono i continenti dove il decremento è più significativo, mentre in Africa e Asia le cose vanno meglio.
Ma è crisi di vocazioni o crisi di fede?
Già un anno fa papa Francesco, in occasione dell’Assemblea generale della Cei, ebbe a denunciare questa “emorragia delle vocazioni” come “il frutto avvelenato della cultura del provvisorio, del relativismo e della dittatura del denaro, che allontanano i giovani dalla vocazione, insieme alla diminuzione delle nascite e agli scandali e alla testimonianza tiepida”. In quell’occasione propose il “fidei donum”, uno scambio tra le diocesi italiane – tra quelle più ricche e quelle meno – In Piemonte ad esempio c’è una grande aridità, e la Puglia invece è sovrabbondante di vocazioni. “
L’argomento vocazioni in decrescita si è riproposto in questi giorni durante il Sinodo per l’Amazzonia dove nel documento finale è riportato l’ “auspicio che possano essere ordinati sacerdoti anche uomini sposati. L’obiettivo, in particolare, è «sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la Parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica», dove spesso servono mesi se non anni perché un sacerdote possa tornare per impartire i sacramenti. Per lo stesso motivo si apre anche all’ipotesi del diaconato femminile.
Sarà il Vaticano a dover prendere decisioni nel merito. Intanto vediamo cosa dicono i numeri sulle vocazioni nella Chiesa cattolica.
Nel 2017 diminuiscono i sacerdoti
Il 6 marzo 2019 è stato presentato l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2017, che contiene i numeri aggiornati a due anni fa sul numero di cattolici nel mondo, di preti, suore e via dicendo. Dal documento si apprende che i cattolici battezzati nel mondo sono 1,313 miliardi, il 17 per cento della popolazione totale, e sono così distribuiti per continente: 48,5 per cento in America, 21,8 per cento in Europa, 17,8 per cento in Africa, 11,1 per cento in Asia e 0,8 per cento in Oceania.
A fronte di questo numero di fedeli, quello che il Vaticano chiama «forze di apostolato» ammonta a fine 2017 a 4.666.073 persone, con un aumento di 0,5 per cento rispetto al 2016». Le «forze di apostolato» sono un insieme ampio e variegato che include vescovi, sacerdoti, diaconi permanenti, religiosi non sacerdoti, religiose professe, membri di istituti secolari, missionari laici e perfino «catechisti».
L’Annuarium registra che nel 2017, per la prima volta dal 2010, il totale dei sacerdoti a livello globale è diminuito, passando «da 414.969 nel 2016 a 414.582 nel 2017». Diminuiscono inoltre anche i candidati al sacerdozio, che a livello mondiale passano da 116.160 nel 2016 a 115.328 nel 2017, con un calo dello 0,7 per cento.
La distribuzione dei seminaristi maggiori, cioè dei giovani in età universitaria che frequentano il Seminario, nel 2017 vede l’Europa contribuire per il 14,9 per cento al totale mondiale, l’America per il 27,3 per cento, l’Asia per il 29,8 per cento e l’Africa per il 27,1 per cento.
«Il quadro dei flussi continentali – si legge ancora nel comunicato – appare soddisfacente nella Chiesa africana e asiatica, mentre in Europa e in America la diminuzione appare molto evidente».
A livello globale, risultano poi in crescita i vescovi, i diaconi permanenti, i missionari laici e i catechisti.
Il trend 2010-2017
Considerando la forbice temporale tra il 2010 e il 2017 (lo studio è dell’Osservatore Romano), questo periodo registra l’aumento dei fedeli cattolici battezzati(+ 9,8%) che passano da 1,196 miliardi ai citati 1,313 miliardi di due anni fa. La crescita è molto marcata in Africa (+26,1 per cento) e molto ridotta in Europa (+0,3 per cento), ma per capirne la reale portata bisogna incrociare il dato con quello demografico.
La popolazione mondiale, secondo dati Onu, è aumentata dal 2010 al 2017 dell’8,8 per cento (da 6,96 miliardi a 7,55 miliardi), quella africana del 19,7 per cento (da 1,04 miliardi a 1,24 miliardi) e quella europea dell’1,2 per cento.
Insomma, a livello globale i cattolici aumentano poco più della popolazione. In Africa l’aumento è più marcato, mentre in Europa, al contrario, aumenta più la popolazione totale che quella battezzata.
Per quanto riguarda i sacerdoti, a partire dal 2010 il loro numero è cambiato di poco, con un andamento altalenante: prima c’è stata una lieve crescita, che ha toccato il massimo nel 2014 (+0,86 per cento rispetto al 2010), poi un lieve calo che nel 2017 fa raggiungere un valore inferiore dello 0,3% rispetto alla punta più alta. Ma, come scrive il sito del Vaticano, «i comportamenti locali sono profondamente differenziati tra loro».
In Africa «il numero dei sacerdoti è andato via via sempre crescendo, realizzando tra il 2010 e il 2017 un incremento di 23,7%», simile a quello dei fedeli dunque e superiore a quello della popolazione.
L’America, nel complesso, risulta stazionaria, ma è il risultato di due dinamiche contrapposte: nel Nord si registra una decrescita del 9 per cento, mentre nel Centro e Sud i sacerdoti aumentano (+7,2 e +5,3 per cento).
In Asia diminuiscono i sacerdoti in Medio Oriente, mentre aumentano nell’area sud orientale (+19 per cento). In Europa, infine, il calo tra 2010 e 2017 è dell’8,7 per cento. Un dato simile a quello del Nord America.
Per quanto riguarda, infine, il numero dei seminaristi «sembra consolidarsi su un trend di lenta ma graduale contrazione: tra il 2010 e il 2017 i seminaristi maggiori sono globalmente diminuiti del 3,1%. Il quadro dei flussi continentali appare soddisfacente nella chiesa africana e asiatica, mentre in Europa ed in America la diminuzione appare molto evidente».
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