Si prospetta un cammino in salita quello del ddl sullo ius soli, ossia la legge che permetterebbe a figli di genitori stranieri ma nati in Italia di ottenere la cittadinanza. Dopo l’approvazione alla Camera avvenuta nell’ottobre del 2015, il testo si appresta ora all’esame del Senato, subito dopo il voto di fiducia sulla manovra correttiva, previsto per l’ora di pranzo.
La discussione si è subito accesa, e proteste della Lega hanno costretto il presidente Pietro Grasso a espellere un senatore del Carroccio e a far portare fuori dall’Aula il capogruppo Centinaio.
Se l’Aula sembra divisa tra posizioni nette, con da una parte Governo, Pd e Alleanza popolare entrambi favorevoli alla fiducia, e dall’altra il M5S che, oggi come due anni fa ha annunciato che si asterrà dalla votazione per protesta contro l’ennesimo “pastrocchio all’italiana” come lo definisce Grillo sul suo blog, la situazione è ancora più incandescente fuori da Palazzo Madama.
Ad accompagnare il ddl sullo ius soli fin dal suo primo esame alla Camera, vi sono sempre state tensioni e polemiche tra chi, per motivi diversi, vedeva nella legge più guai che benefici. Tra questi, anche Francesco Storace che ha annunciato proteste del Movimento Nazionale per la Sovranità a Roma. “Pronti anche all’iniziativa referendaria se il Parlamento dovesse approvare questa scelleratezza” ha continuato Storace.
Ma i momenti di tensione non si sono fermati qui: proprio in piazza delle Cinque Lune i manifestanti, tra cui vi erano anche esponenti di Casapound, si sono scontrati con i poliziotti ed un paio di persone sono rimasti ferite.
Se da una parte quindi sono da segnalare tensioni e scontri, dall’altro è vero che per molti altri, come ricorda il giornalista Roberto Saviano dalle pagine dell’Espresso, quella sullo ius soli è invece “la legge più urgente”. In attesa della votazione e di ulteriori emendamenti al testo, vediamo di capire cosa prevede la legge oggi al primo esame del Senato.
Al momento della sua approvazione alla Camera, nel 2015, vi erano state alcuni emendamenti che avevano modificato la proposta di legge riguardante l’acquisizione della cittadinanza per nascita: si tratta dello “ius soli temperato” e dello “ius culturae”.
Ius soli temperato. Prima di tutto, la cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri non è automatica ma c’è bisogno di una dichiarazione che attesti la volontà espressa da un genitori (o di chi ne fa le veci) entro la maggiore età. Quanto allo ius soli previsto dalle norme attuali, relative allo straniero nato e residente in italia legalmente senza interruzioni fino a 18 anni, il termine per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza viene aumentato da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età. Non sarà poi applicabile lo ius soli per i cittadini europei, in quanto possono essere titolari di permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo solo i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea.
Il minore straniero nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il compimento del dodicesimo anno di età, dovrà anche aver frequentato regolarmente sul territorio nazionale per almeno cinque anni (ius culturae). Nel caso in cui la frequenza riguardi il corso di istruzione primaria, è necessaria la conclusione positiva di tale corso. Le nuove norme si applicheranno anche ai 127mila stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato, al momento di approvazione della legge, il limite di età dei 20 anni per farne richiesta. Il ministero dell’Interno avrà sei mesi di tempo per rilasciare il nulla osta.
P.M.
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