La paura dello straniero contagia anche l’Italia. Ieri sera, a Salerno, gli abitanti del rione Matierno hanno organizzato una spedizione punitiva contro un centro d’accoglienza che ospita un pakistano accusato di aver molestato una ragazza di 14 anni. Prima di essere bloccati dalla polizia, i residenti del quartiere hanno lanciato sassi contro la struttura, hanno provato a sfondare la porta d’ingresso e secondo i testimoni avrebbero anche sparato alcuni colpi d’arma da fuoco.
Sono i frutti di quella “percezione di insicurezza” di cui ha parlato ieri il premier Matteo Renzi, quando ha annunciato di voler rimandare la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina a tempi più tranquilli.
Dopo l’ondata di attacchi alle donne della notte di Capodanno, infatti, l’Europa si è scoperta disorientata e spaventata.
Sempre ieri sera, a Colonia, una delle città più interessate dalle aggressioni, si sono registrate due aggressioni in pieno centro, forse legate a una caccia all’uomo indetta su Facebook.
Un gruppo di venti persone – ancora da identificare – ha aggredito prima sei pakistani, due dei quali sono stati ricoverati in ospedale, poi un siriano di 39 anni.
La polizia non esclude il movente della vendetta. Nei giorni scorsi, il Koelner Express aveva denunciato una “caccia all’uomo nel centro storico di Colonia” indetta su Facebook. Fra i sostenitori dell’iniziativa figurano personalità del tifo organizzato cittadino che – insieme a gruppi xenofobi come Pegida e nazionalisti come Pro Koeln – hanno partecipato al corteo di protesta di sabato scorso, che è stato sospeso dopo scontri con la contromanifestazione antirazzista.
Intanto, in città, il numero delle denunce presentate per i fatti di Capodanno è lievitato fino a 516. Lo ha dichiarato la polizia locale, precisando che nel 40% dei casi riguardano crimini di natura sessuale.
Ad Amburgo la polizia ha annunciato di aver ricevuto 133 denunce, ma di non aver ancora identificato nessun indagato, anche se le fattezze di molti assalitori sono state descritte come “africane, arabe o europee del sud”. Anche qui, il portavoce delle forze dell’ordine non ha escluso la presenza di un coordinamento.
All’elenco delle città teatro di violenze e molestie si è aggiunta Bielefeld: secondo il Westfalen Blatt, un quotidiano locale, a Capodanno un gruppo di 500 persone avrebbe fatto irruzione in una discoteca, l’Elephant Club, e molestato molte donne presenti.
Le dimensioni del fenomeno sembrano confermare la tesi della coordinazione, denunciata ieri dal ministro della Giustizia tedesco Heiko Mass in un’intervista alla Bild am Sonntag.
“Quando un’orda così si unisce per commettere reati, sembra che debba essere stato pianificato in qualche modo”, ha detto Mass; “Nessuno può dirmi che questo non è stato coordinato o preparato”. Il ministro ha sottolineato la possibilità di collegamenti fra le aggressioni di Colonia e quelle avvenute in altre città tedesche ed europee, che andranno “esaminati con attenzione”. Ma ha anche invitato a non trarre conclusioni affrettate, e ha escluso categoricamente che il massiccio afflusso di profughi in Germania – un milione in un anno – abbia potuto provocare un aumento della criminalità.
Gli inquirenti tedeschi stanno indagando fra i richiedenti asilo, in particolare nordafricani. L’attenzione degli investigatori si concentra sulle comunicazioni scambiate negli ultimi giorni del 2015, anche attraverso i social network, e sulla presenza a Colonia di persone arrivate dai paesi vicini (Francia, Olanda e Belgio).
Sembra confermare la validità di questa pista la rivelazione fatta ieri dall’ufficio Indagini criminali del land Renania del nord-Westfalia: fino a dicembre scorso, il giovane che ha attaccato un commissariato a Parigi con una finta cintura esplosiva viveva in un centro per rifugiati a Recklinghausen, nei pressi di Dortmund. Aveva precedenti legati al traffico di droga e aveva assunto varie identità e nazionalità (marocchina, siriana e georgiana). Aveva chiesto asilo in Germania sotto il nome di Walid Salihi; da dicembre se ne erano perse le tracce. Secondo fonti francesi vicine all’antiterrorismo, era affiliato all’ISIS.
Filippo M. Ragusa
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