La Class Action è legge. Il Senato vota a favore con 206 sì, un solo no, del senatore Gaetano Quagliariello di FI, e 44 astenuti. Il ministro per la Giustizia Alfonso Bonafede, subito dopo il via libera definitivo al provvedimento da parte del Senato ha dichiarato entusiasta:
“Finalmente i cittadini italiani hanno uno strumento per unirsi e far valere insieme i loro diritti. E’ un altro punto del contratto di governo che è stato realizzato in nove mesi. La giustizia in Italia è finalmente al servizio dei cittadini onesti”.
Ma di cosa ritratta? Ogni volta che i diritti di una pluralità di consumatori sono stati lesi in modo identico dal comportamento di una impresa, i consumatori possono tentare la strada dell’azione collettiva, eventualmente dando il mandato ad un’associazione di tutela dei consumatori: un unico procedimento snello che impegna un unico tribunale, invece che tante azioni individuali separate, davanti a tanti giudici diversi.
Il disegno di legge, sette articoli in tutto, modifica l’attuale disciplina “spostandola” dal Codice del consumo al Codice di procedura civile dalla portata più ampia.
In particolare, con il provvedimento si introduce nel Codice di procedura civile un nuovo titolo VIII-bis “Dei procedimenti collettivi”, composto da 15 nuovi articoli (dall’ articolo 840-bis all’ articolo 840-sexiesdecies). Si amplia così l’ambito d’applicazione dell’azione di classe: l’azione sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione a lesione di «diritti individuali omogenei». I destinatari dell’azione di classe possono essere imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, ma non la Pubblica amministrazione.
Una delle novità principali riguarda il cosiddetto “opt in“, cioè l’adesione all’azione che potrà avvenire, entro determinati termini, non solo nella fase successiva all’ordinanza, ma anche in quella successiva alla sentenza. Si sveltiscono poi i tempi dell’azione legale: la riforma fissa in 30 giorni il termine entro il quale il tribunale deve decidere sull’ammissibilità dell’azione; la relativa ordinanza va pubblicata entro 15 giorni ed è possibile sporgere reclamo entro 30 giorni in Corte d’appello, la quale decide, in camera di consiglio, con ordinanza entro 30 giorni.
La senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Riccardi, capogruppo in commissione Giustizia rivendica il ruolo decisivo dei pentastellati: “L’approvazione della nuova class action è una vittoria del Movimento 5 Stelle e di tutta l’Italia. La nostra battaglia – aggiunge – iniziò nel 2013 alla Camera con l’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Quel disegno di legge venne approvato all’unanimità, ma poi si arenò senza motivo al Senato. Adesso con il Movimento 5 Stelle al governo diventa realtà”.
Non è dello stesso parere Alessandra Gallone vicepresidente dei senatori di Forza Italia che ha deciso di astenersi in blocco: “Quella che votiamo oggi è una brutta legge fatta male e promossa peggio. Per Forza Italia è un testo ‘pasticciato’ scritto guardando a una sola delle parti in causa, quella dei consumatori, quasi che le imprese siano considerate sempre in malafede e quindi non meritevoli di tutela e da penalizzare” – e aggiunge – “E’ un testo impregnato di odio sociale di stampo neo-giacobino nei confronti di chi fa impresa”.
Elisa Rocca
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