Anche le piante soffrono? Ormai è opinione comune che tutte le specie vegetali abbiano una propria sensibilità: ad esempio, avvertono la luce e reagiscono ai suoi stimoli curvandosi verso la fonte luminosa oppure orientando le foglie verso la stessa. Quelle rampicanti, poi, percepiscono e reagiscono al contatto, attraverso i loro viticci in grado di avvolgersi intorno al sostegno che viene loro affiancato.
Sembra però che abbiano anche un ‘cuore’, capace di manifestare i sintomi della sofferenza in determinate circostanze. Con il riscaldamento globale e la maggiore frequenza e intensità dei periodi di siccità, ricercatori dell’università dello Utah hanno notato che per gli alberi aumenta il rischio di “attacco di cuore”.
Gli esperti hanno indagato le cause che portano gli alberi a morire per la scarsità d’acqua e di conseguenza ad aggravare il cambiamento climatico. Le foreste mondiali, infatti, assorbono circa un quarto delle emissioni di CO2 causate dall’uomo. Morendo smettono di liberare l’atmosfera dall’anidride carbonica e, al contrario, mentre si decompongono rilasciano carbonio.
Come è noto, gli alberi assorbono attraverso le radici l’acqua e le sostanze nutritive necessarie alla sopravvivenza della pianta: in questo modo le foglie raggiungono il livello di idratazione che permette loro di sostenere quel processo di fotosintesi così fondamentale per noi e per il Pianeta. Ovviamente, più la temperatura si alza, più l’acqua evapora più velocemente e l’albero sollecitano una maggiore domanda di risorse idriche.
A quel punto, sono le radici ad affondare più in profondità nel suolo per cercare la quantità di acqua sufficiente al fabbisogno. Un po’ come una persona che cerca di succhiare un frullato molto denso attraverso una cannuccia sottile, si crea una tensione tale per cui nei “tubi” dell’albero entrano bolle d’aria che bloccano il flusso di acqua. Una vera e propria embolia.
“Per l’albero è un po’ come un attacco di cuore”, spiegano i ricercatori, secondo cui i recenti episodi come i 12 milioni di alberi morti in California l’anno scorso o i 300 milioni morti in Texas nel 2011 “sono i primi segnali visibili del fatto che il cambiamento climatico sta colpendo i nostri paesaggi”.
A.B.
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